giovedì 19 settembre 2013

Presentazione VIII Rapporto Italiani nel Mondo - Fondazione Migrantes Giovedì 3 ottobre, Roma


La Fondazione Migrantes presenta l'VIII
Rapporto Italiani nel Mondo 2013
Roma, giovedì 3 ottobre 2013, ore 10.30
presso Auditorium “V. Bachelet”
Domus Mariae – Palazzo Carpegna
via Aurelia 481


L’ottavo Rapporto Italiani nel Mondo (RIM) – più di 40 approfondimenti elaborati da 50 autori dall’Italia e dall’estero – inaugura una nuova fase del progetto editoriale dedicato allo studio della mobilità italiana di ieri e di oggi, alle difficoltà e alle opportunità avvertite da tanti italiani in un momento in cui la crisi generale stenta ad allentare la sua morsa sull’intero Paese.

«Il RIM si pone – scrivono nelle Considerazioni generali mons. Gian Carlo Perego e Delfina Licata – nel panorama culturale italiano, quale strumento socio-pastorale dove ritrovare le notizie necessarie per conoscere il e/o aggiornarsi sul fenomeno della mobilità italiana. La collaborazione con le istituzioni civili ed ecclesiali e con diversi enti di ricerca, l’apertura al mondo accademico, il coinvolgimento delle associazioni e di varie strutture pubbliche e private, fa del volume una sorta di “luogo pubblico” dove poter non solo descrivere le situazioni, ma portare idee e proposte».

mercoledì 18 settembre 2013

ABATON Magazine - Tunisi e quello spettro del velo integrale


di Ilaria Guidantoni – da TUNISI –

Calma apparente, un ritorno alla vita lento, graduale e confuso, mentre l’estate ancora dà il meglio di sé. In questi giorni a Tunisi, al di là di quello che traspare sui giornali e soprattutto su Internet, la città è vivace. Il centro economico del paese, la Milano tunisina, Sfax, ieri era gremita di giovani che si godevano il tramonto nei caffè sul mare e la città ferveva di attività. Sembra tornata l’allegria ma non è tutto oro quel che luccica. Oggi l’Assemblea Costituente ha ripreso i lavori con fatica e precise condizioni (resterà vuoto il seggio occupato dal deputato assassinato Mohamed Brahmi) e si attende l’autunno con l’inizio dell’anno accademico, la data delle elezioni da fissare – qualche timore per la sicurezza è previsto per il 23 ottobre, data simbolo delle prime elezioni libere che nel 2011 hanno portato al potere l’attuale partito religioso, contestato – e l’auspicata ripresa economica.

Certo ad uno sguardo superficiale la crisi sembra messa da parte e i veli semmai sono diminuiti. Molti diranno che Tunisi e Sfax non fanno testa ma pesano oltre un terzo della popolazione del Paese. Qualcosa vorrà pur dire. Ho preso un caffè con il mio amico regista Mourad Ben Cheikh, reduce del successo inaspettato della fiction per il Ramadan dell’estate scorsa, “Yaoumiat imra’a” (il giornale delle donne) che mi confessato che di tanto in tanto in si riaffaccia lo spettro del velo integrale, ricorrente nelle università, tanto che a volte non lo si prende più sul serio. 

L'articolo integrale su Abaton magazine

lunedì 16 settembre 2013

BABELMED - Mediterraneo, diventare madri tra riti e tradizioni

Emanuela Frate

C’è un’esperienza che accomuna le donne di ogni parte del mondo a prescindere dalla loro razza, dalla loro religione, dal loro status sociale, dal loro livello di istruzione: la nascita di un figlio. Mettere al mondo dei figli è e rimane un’esperienza unica, indescrivibile, che suscita forti emozioni e sensazioni profonde in ogni donna. Ogni parto è un’esperienza indimenticabile per ogni singola donna. Tra la donna ed il suo bambino si crea un rapporto di simbiosi e di amore che travalica le frontiere.

Se in Italia e, nel complesso, nelle realtà più industrializzate, la gravidanza ed il parto stanno diventando delle esperienze “scientifiche” tanto da far accantonare, da parte delle future mamme, “i consigli della nonna”, nelle realtà a sud del Mediterraneo, sono ancora presenti molti riti, usanze, tradizioni e le superstizioni legate a questo magico evento. In Italia, perfino nei paesini più piccoli, molto è stato smarrito di questo immenso patrimonio fatto di riti religiosi e superstizioni legate alla nascita di un bambino. Molto è andato perduto in nome di una eccessiva medicalizzazione.

Oggi, anche i Paesi al Sud del Mediterraneo, si stanno progressivamente adattando a questi standard europei. Soprattutto la Tunisia assomiglia sempre più all’Italia, non soltanto per la vicinanza geografica al Belpaese, ma anche per il tasso di fertilità pari a due figli per donna (di poco superiore a quello italiano).

Tuttavia, soprattutto in alcune regioni della Tunisia, persistono alcune usanze spesso considerate bizzarre agli occhi di un europeo. Tuttora infatti c’è l’usanza di far accorrere una ostetrica del tutto “particolare”. Si tratta sovente di una donna di una certa età, rinomata per la sua saggezza e per la sua fervente fede e spiritualità “ricompensata” da Dio con il compito ed il privilegio di far venire al mondo i bambini. Dopo aver fatto pronunciare alla futura mamma la professione di fede (shahada) l’ostetrica l’aiuta nelle fasi del travaglio. Generalmente, la partoriente invoca l’aiuto del Profeta Maometto per alleviare i dolori delle contrazioni.

Racconta l’artista di origine tunisine ma residente in Canada, Abdelhamid Hanafi, che sua madre partorì ben dieci bambini in questa maniera sempre dalla stessa levatrice e tutto andò per il verso giusto. Il neonato viene accolto dal grido delle “yoyou” (le donne magrebine che intonano con la lingua un particolare suono di giubilo) ed un montone viene spesso sacrificato in modo propiziatorio per accogliere il nuovo nato venuto al mondo. Nel sud della Tunisia, il cordone ombelicale viene tagliato con una lama di rasoio. Dopo la nascita, la giovane madre deve proteggere il suo bambino da chi potrebbe “rapirlo” e per far ciò si usa deporre una bottiglietta d’acqua vicino al bambino ed un setaccio. Per scacciare il malocchio, in alcune parti della Tunisia si usa applicare sul viso del bambino un po’ di fuliggine per renderlo meno desiderabile.

L'articolo integrale su Babelmed

venerdì 13 settembre 2013

100mila poeti per il cambiamento: oltre 500 eventi nel mondo


In Italia una raccolta no profit di poesie su pace, diritti umani, ambiente, etica e lavoro. Destinatari la politica e le Istituzioni.

Albeggi Edizioni ha aderito alla manifestazione 100 Thousand Poets for Change, che si svolgerà il 28 settembre in tutto il mondo, con un'antologia di poesie sui temi della pace, dei diritti umani, della sostenibilità ambientale, dell'etica nell'economia e del lavoro, prodotta senza scopo di lucro, che verrà consegnata a rappresentanti istituzionali e resa disponibile gratuitamente sul web. L'obiettivo dell'iniziativa è ridare dignità alla poesia come mezzo di espressione della denuncia civile e sociale, esortando le Istituzioni a mettere al centro dell'agire di governo e politico l'Uomo, i suoi bisogni, il suo futuro.
29 le poesie inedite di: Lucianna Argentino, Claudio Arzani, Fabio Barcellandi, Carlo Bordini, Marisa Cecchetti, Marco Cinque, Massimiliano Damaggio, Andrea Garbin, Giuseppe Iannarelli, Giovanna Iorio, Roberta Lipparini, Gianmario Lucini, Gabriella Modica, Paola Musa, Benny Nonasky, Guido Oldani, Paolo Polvani, Valeria Raimondi, Riccardo Raimondo, Ottavio Rossani,Francesco Sassetto, Adriana Scanferla, Jamshid Shahpouri, Christian Sinicco, Angelo Tonelli, Caterina Trombetti, Claudia Zironi e dei due fondatori dell’iniziativa mondiale Terri Carrion e Michael Rothenberg.

Scrive nella sua prefazione il poeta e critico Ottavio Rossani: "Le condizioni sociopolitiche del nostro Paese richiamano i poeti ad esercitare il rigore logico ed il coraggio passionale per denunciare la vergogna delle incompiutezze, delle stragi, della corruzione, delle cadute etiche, della perdita dei valori, delle lacune professionali in tutti gli ambiti produttivi, e di una burocrazia ancora cieca e sorda davanti ai cittadini".
Le poesie di questa raccolta toccano infatti argomenti di forte impatto sociale, politico e di cronaca. C’è la guerra, con le sue atrocità, e la sua vicinanza; c’è il bisogno di etica nella politica e nella società; c’è l’ambiente e le sue sofferenze; ci sono sguardi preoccupati sulle nuove povertà, sulla vergogna delle carceri, sulle tendenze razziste e xenofobe in Europa. Ci sono sguardi pietosi su fatti di cronaca, come i suicidi dei ragazzi derisi per la loro diversità, la violenza che si consuma tra le pareti domestiche, i fatti di Genova, il fioraio suicida ad Ercolano al quale sono state dedicate due poesie. Ci sono versi di profonda indignazione verso chi profana le Istituzioni e versi di profondo amore per lʼItalia, per la sua bellezza.

Iniziata nel 2011 con una call to action su facebook, 100 Thousand Poets for Change sta oggi davvero scuotendo le coscienze del mondo, chiamando a raccolta artisti di varie discipline da ogni angolo del pianeta, con la Stanford University curatrice di un enorme archivio permanente globale. La gente è ovunque alla ricerca di un cambiamento positivo - scrivono Michael Rothenberg e Terri Carrion nella presentazione. Sabato 28 settembre il museo dei bambini Explora di Roma accoglierà l'iniziativa mondiale ospitando alle 16 un workshop poetico in cui un gruppo di autori dell'antologia incontrerà i bambini per avvicinarli alla poesia. Chi, meglio dei bimbi, come futuri attori del cambiamento.

martedì 10 settembre 2013

Italian Coffee Break a Tunisi - 13 settembre ore 17.00

Italian Coffe Break del 13 Settembre a Tunisi 


ospiti:


Il Corriere di Tunisi - testata giornalistica -

Ilaria Guidantoni - scrittrice -

Facker Karrhat - preside della Facoltà di Architettura di Tunisi ENAU -


Tutti ospiti di Sandro Fratini - vice presidente Ccit -


Ore 17.00 Delta Center, La Carghuia II, Tunisi -
 Rue des Entrepreneurs, Charguia 2, 1080 Tunisi

lunedì 9 settembre 2013

Editoriaraba - Dal Festival della Letteratura di Mantova


Nadine Kaadan: i sogni, le paure, i bambini e la Siria di domani


Nadine Kaadan è la giovane illustratrice siriana invitata al Festival della Letteratura di Mantova di quest’anno, all’interno del quale animerà, oggi e domani insieme a Enrica Battista (Università di Venezia, Arabook), due laboratori per bambini dal titolo “Una città oltre la guerra”.

Kaadan, 28 anni, scrive e illustra libri per bambini da quando aveva 10 anni. Nata a Parigi, fino allo scorso anno ha vissuto in Siria e si è poi trasferita a Londra per proseguire gli studi (nella capitale britannica infatti frequenta un master in illustrazione), come ha raccontato a San Colombo sulle pagine del Corriere della Sera/Il club della lettura del 1° settembre scorso.

Il suo ultimo libro si chiama "Ghadan" (“Domani”, Box of Tales, 2013) e “parla di un ragazzino che vive tra le difficoltà e la confusione della guerra civile. Il libro è dedicato ai bambini siriani in questo periodo traumatico di ansia e paure”.

L’autrice ha anche spiegato perché secondo lei sia importante scrivere un libro rivolto ai bambini che parli loro della quotidianità della guerra: affrontare paura e ansia attraverso un libro dà loro conforto e aiuta a rispondere ad alcune delle domande sulla guerra civile.

Sebbene sia lontana dal suo Paese, la Siria è naturalmente la fonte principale della sua ispirazione e in particolare la capitale Damasco: “l’architettura della città vecchia, le fontane, i cortili, le piastrelle damascene, i profumi di rose e gelsomini e (i tanti gatti) che sono parte della città”.

Come Nadine, ci sono molti altri scrittori e intellettuali che negli ultimi mesi hanno dovuto lasciare la Siria, per motivi diversi: dai giovani editori di Bright Fingers costretti a rifugiarsi ad Amman, agli scrittori Samar Yazbek e Nihad Sirees, esiliati.

Ci sarà bisogno anche di loro, della loro capacità di immaginazione e della loro fantasia, quando sarà arrivato finalmente il momento di ricostruire una Siria nuova, unita, pacificata e proiettata verso il futuro.

mercoledì 4 settembre 2013

ABATON - Il Ministro Bonino scommette sul laboratorio tunisino

di Ilaria Guidantoni 

3 settembre 2013 - La transizione tunisina sta attraversando la sua crisi peggiore e il governo di Layaredh è a rischio. In un momento così delicato a livello internazionale dove la paura del contagio può diventare il veicolo di propagazione occorre calmare le acque e smorzare la contrapposizione tra maggioranza ed opposizione. In Tunisia la volontà di superare la dinamica del muro contro muro esiste, probabilmente da entrambe le parti, tolta una frangia più radicale di espressione islamica; e a favore di questo clima, a mio modesto avviso, gioca positivamente il fatto che in Tunisia non ci sia presenza sciita e pertanto non si alimenta quell’opposizione che in termini internazionali vede contrapposti, da una parte Iran e mondo sciita, sostenuti da Russia e Cina; dall’altra, il mondo sunnita sostenuto dagli Stati Uniti, mettendo in crisi paesi dove al proprio interno le due componenti hanno un peso non indifferente come in Siria e in Libano. Inoltre mi pare di poter dire che il popolo tunisino ha dato prova di sapere realizzare un laboratorio democratico per quanto ancora lontano dalla meta. Il rischio di una deflagrazione pare scongiurato ma la preoccupazione resta alta tanto che il nostro Ministro degli Esteri Emma Bonino ha deciso di recarsi a Tunisi per due giorni di incontri. Nelle ultime settimane infatti le tensioni sociali sono esplose con imponenti manifestazioni di piazza e il grido Erahil!, Vattene!, contro il Governo è tornato protagonista. E’ difficile però un’esatta valutazione del fenomeno anche stando sul posto. Il mondo intellettuale e politico vicino alla ‘sinistra’ parla di migliaia di persone nelle proteste; mentre altre componenti più moderate, che pur non parteggiano per il governo in carica, ridimensionano il fenomeno.

L'articolo integrale su Abaton - Blog di cultura politica

lunedì 2 settembre 2013

Editoriaraba - “Al-haraka baraka”, cinque scrittori, una primavera, quale futuro?

“Tutto passa” (كــلُّ حــــالٍ يـــزول ) di Mouneer Alshaarani

Chi meglio di uno scrittore sa interpretare il presente e immaginare il futuro? Chi meglio di uno scrittore può leggere i segni, raccogliere il dolore, farsi portavoce di un dramma? Chi meglio di uno scrittore può alleviare le sofferenze del proprio paese parlando di speranza, futuro e ottimismo?
Questo fine settimana sul sito della BBC World Service, all’interno del programma Newsday, cinque scrittori provenienti da Siria, Libia, Egitto, Tunisia e Yemen hanno proposto una loro personale chiave di lettura sugli eventi in corso, su ciò che è accaduto nel proprio paese negli ultimi 2-3 anni e hanno provato a immaginare come potrà essere il futuro.
Le visioni degli autori differiscono sensibilmente le une dalle altre e forse, anche senza sapere di che nazionalità erano, non sarebbe stato impossibile indovinare il loro paese di provenienza.

Samar Yazbek – Siria
Per l’autrice di Lo specchio del mio segreto e Il profumo della cannella, è molto doloroso parlare di quanto sta accadendo in Siria, perché la realtà ha ormai di gran lunga superato la fantasia più crudele. Questa realtà siriana di oggi e di ieri è talmente orribile da essere indicibile e l’uomo, di fronte alla barbarie compiuta da un altro uomo, nulla può, nulla è.
"The extent of the barbarity that exists in this world is beyond anyone’s imagination. What I have seen I cannot describe. Reality is more gruesome than anything the mind can conjure".

Ghazi Gheblawi – Libia
Per il co-fondatore di Libya al-Youm, nella Libia post-Gheddafi si guarda al futuro con un misto di apprensione, speranza e ottimismo. Forse il viaggio verso un futuro migliore e più giusto sarà arduo ed accidentato, ma nonostante le difficoltà, ne sarà valsa la pena una volta arrivati.
"We might be allowed to be angry, upset or frustrated, but we are not allowed in our loathsome disappointment to lose hope. Without hope, we wouldn’t be able to lift ourselves from our legacy of despotism, social stagnation and the carcasses of lost opportunities".

Sara Khorshid – Egitto
Nonostante i tragici eventi dell’ultimo mese, secondo Khorshid la rivoluzione non ha perso del tutto: si tratta solo di ritrovare la slancio iniziale. Coloro i quali sono ancora fedeli agli ideali del primo periodo devono rimanere uniti e lottare contro tutte le forme di autoritarismo, sia esso militare o religioso.
"The mission of those still loyal to the revolution must be to stand up against the army’s brutal crackdown on Muslim Brotherhood members – a crackdown that goes against everything the revolution called for".

Samar Mezghanni – Tunisia
Cronache di doloroso pessimismo arrivano invece dal paese che ha dato il via alle rivolte nei paesi arabi. Secondo la giovanissima autrice (classe 1988), le cose non vanno affatto bene in Tunisia e la colpa è in parte dei tunisini, ma soprattutto dei leader al potere. Non molto è cambiato da quando Ben Ali è stato mandato a casa, e la rivoluzione non è finita, non ancora.
"We found out that the people we recognised as leaders are not offering us a vision, are not uniting us and are not taking the lead about the future of our country".

Farea al-Muslimi – Yemen
Lo Yemen è ancora impantanato in uno stallo economico e politico, tuttavia l’autore intravede alcuni spiragli di luce. Primo tra tutti, la mancata salita al “trono” presidenziale del figlio dell’ex presidente Saleh (mai del tutto scomparso dalla scena). E se è vero che al-haraka baraka (il movimento è benedizione), il futuro dovrà essere per forza più promettente del presente.
“Al-Harka barka“, a popular phrase goes, pointing to the sky, “Movement is a blessing.”Directing my gaze at the stirrings of political power players, rather than cloud activity, I tend to view Yemen’s future in much the same way".

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma
Ilaria Guidantoni insieme all'attore teatrale Giuseppe Bisogno, che ha curato le letture, e al musicista Edoardo Inglese, autore di una selezione di brani musicali

"Tunisi, taxi di sola andata" a Milano, 19 aprile 2012

"Tunisi, taxi di sola andata" a Milano, 19 aprile 2012
Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata a Milano", libreria Milano Libri. Insieme all'autrice, Ilaria Guidantoni, il presidente del Touring Club Italiano, Franco Iseppi, e Laura Silvia Battaglia, inviata esteri di Avvenire. Letture a cura dell'attore Michele Mariniello

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", libreria N'Importe Quoi di Roma, 13 aprile 2012

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", libreria N'Importe Quoi di Roma, 13 aprile 2012
Ilaria Guidantoni ospite di RADIOLIVRES, con Vittorio Macioce, caporedattore de' Il Giornale, ed Edoardo Inglese,"musicante", in una serata di parole e musica

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso il Rotary Club di Marina di Massa, 29 marzo

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso il Rotary Club di Marina di Massa, 29 marzo
L'autrice tra Lorenzo Veroli, il Segretario del Club e Chiara Ercolino

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso la libreria Griot di Roma, 28 marzo 2012

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso la libreria Griot di Roma, 28 marzo 2012

Presentazione "Tunisi, taxi di sola andata", Roma, Sala stampa Camera dei Deputati, 28 marzo 2012

Presentazione "Tunisi, taxi di sola andata", Roma, Sala stampa Camera dei Deputati, 28 marzo 2012
Insieme all'autrice, Ilaria Guidantoni, l'on. Elisabetta Zamparutti (Radicali Italiani) e il giornalista tunisino Salah Methnani, inviato di Rainews24

Giovedi 1° marzo 2012, alla Centrale Montemartini di Roma, dalle ore 18.30 presentazione di "365D"

Giovedi 1° marzo 2012, alla Centrale Montemartini di Roma, dalle ore 18.30 presentazione di "365D"
Marzia Messina, ideatrice del progetto e realizzatrice per "Prima che sia buio" della foto dell'autrice

Il fotografo di 365D Sham Hinchey

Il 29 agosto di 365D

Con Raffaella Fiorito, mia vicina di calendario

Presentazione di "Prima che sia Buio", Galleria d'arte Barbara Paci, Pietrasanta, 16 Luglio 2011

Presentazione di "Prima che sia Buio", Galleria d'arte Barbara Paci, Pietrasanta, 16 Luglio 2011

Metti una sera d'estate, prima che sia buio...

"Prima che sia buio" incontra l'arte alla Galleria Barbara Paci di Pietrasanta

Ilaria Guidantoni e Barbara Paci

La scrittrice con i genitori

La scrittrice tra Daniela Argentero e Barbara Paci

La scrittrice tra gli amici

Leggendo "I giorni del gelsomino" con il pittore Agostino Rocco

Leggendo "Colibrì"

L'autrice con Agostino Rocco

A Jorio, dedicato a Pistoia, alla Toscana e a una città d'arte

Tra Firenze e Pistoia

Con il pittore Agostino Rocco tra parole e immagini