lunedì 24 dicembre 2012

Il sogno di Natale…di Sophie


Era l’ultima notte che avrebbe passato nel suo appartamento parigino. L’indomani avrebbe preso un treno per Marsiglia da dove si sarebbe poi imbarcata per Algeri, prima tappa di un lungo viaggio verso Beirut. Poche cose con sé. Solo gli strumenti tecnologici, una buona dose di entusiasmo e altrettanta di incoscienza. Ma la curiosità era più forte di tutto. Era anche la notte di Natale ma per lei, cresciuta nella religione laica della comunione dei popoli, viaggiare verso il sud sarebbe stato il modo migliore di celebrarlo. Malgrado non fosse certo nuova a quei viaggi, sapeva il rischio che avrebbe corso. Dopo giorni passati a convincere chi cercava di dissuaderla dal partire e la metteva in guardia per il fatto che comunque sarebbe stata a tutti gli effetti considerata cristiana, forse nemica, obiettando che le divisioni e i pericoli sono frutto più di fantasie malate che di circostanze reali… era stranamente agitata. Dopo un bicchiere di Bordeaux sorseggiato ad osservare la fiamma che si spengeva nell’angolo del caminetto e quella piacevole sensazione di calore del ritrovarsi a casa, dopo una giornata fredda, che per molto tempo non avrebbe più provato, se ne andò a dormire. Si svegliò al mattino con una strana sensazione e una domanda in testa che le ronzò tutta la mattina tra i pensieri e gli auguri. Si chiedeva chi fosse l’uomo del sogno. Chi rappresentasse o cosa… e perché soprattutto l’avesse scossa a tal punto da farle decidere di andare a piedi fino a casa dei suoi, malgrado il freddo e la giornata impegnativa che l’avrebbe poi attesa.
L’uomo del sogno era interessante e dall’apparenza innocua, emancipata. Sarebbe potuto essere un intellettuale. Solo che ad un certo punto le si era rivolto con queste parole: «Ogni donna che prega o profetizza senza velo, manca di riguardo al proprio capo. Se dunque una donna non vuole mettersi il velo, si tagli i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. L’uomo non deve coprirsi il capo perché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza».
Parole irripetibili nella sua testa, alle quali si sentiva in qualche modo di dover cedere. Sentiva crescere l’irritazione anche per tutti gli amici e conoscenti cristiani o miscredenti che additavano l’Islam e che avrebbero potuto pronunciare un simile verdetto. Si erano perfino infiltrati nel suo breve sonno, ammaliandola dietro il volto di un uomo affascinante. Sophie non si arrese…al’evidenza o all’apparenza(?). Non era nel suo stile.
Sulla strada verso casa si fermò alla Chiesa di Saint-Louis e aspettò pazientemente il parroco alla fine della celebrazione, ansiosa di raccontargli il sogno come a cercare conforto. Il Natale non era il momento migliore per chiacchiere pastorali e Père Michel indugiò un po’, disponibile per una confessione tardiva che però non arrivava. Perplesso invece di una conversazione che aveva più il sapore di una seduta d’analisi… proprio il giorno di Natale, dovette pensare.
Non appena Sophie recitò come avesse imparato a memoria le parole del corteggiatore del sogno, Père Michel le sorrise dicendole: San Paolo, I lettera ai Corinzi, capitolo 9.
Sophie restò senza parole e senza domande, ringraziò e se ne andò ridendo silenziosamente.
Guardare nell’altro è solo un momento di smarrimento; poi ci si ritrova. Anzi, non ci si vede mai abbastanza chiaro come attraverso gli occhi degli altri. Per questo si rischia di perdersi. Basta superare la paura della verità e della libertà. Quanto siamo simili a chi sembra lontano! Il fatto è che normalmente le affinità le cerchiamo nei pregi, non nei difetti. Diversamente ne troveremmo in maggior quantità e ben visibili.
Allora ci stringeremmo forti gli uni altri per chiedere comprensione della nostra fragilità.
                                           
Ilaria Guidantoni - Natale 2012


Cristiana Thoux è un’artista valdostana che vive da anni a Parigi dove lavora soprattutto come fotografa, unendo l’emozione alla tecnologia. L’immagine è una sua opera che amo molto.

lunedì 10 dicembre 2012

Attrici, tra maternità e palcoscenico


Quando la vita è un palcoscenico
Intervista a Donatella Barbagallo

Il suo volto accattivante racconta una passione nata all’asilo e diventata una vocazione e una professione. Sicura, decisa, determinata? A volte il palcoscenico protegge più della vita.

L'intervista completa su www.saltinaria.it e il link su www.ilchiasmodellerappresentazioni.blogspot.com, dove si può leggere la recensione di "Erotomaniaci".

 
 
Una delle riflessioni di questo blog è sulla maternità, tra incubo e sogno. Nel nord del mondo si tende a negare la maternità mentre nel sud a imporla. In ogni caso spesso chi dovrebbe essere interessato in prima persona è messo da parte. Qual è la sua opinione?
Cosa pensa della maternità?
«Penso che la maternità sia un fatto decisivo nella vita di una donna, e, come tutti i fatti decisivi, coinvolge allo stesso modo spirito, psiche e corpo. 
Ma la maternità è anche un fatto socialmente rilevante, coinvolge il mondo del lavoro, stravolge la vita di coppia e molto altro ancora. Non la ritengo ancora oggi la realizzazione primaria per una donna,
posso dire cosa rappresenta per me solo idealmente: un misto alla pari di egoismo e atto d'amore. Egoismo perché penso che desiderare un figlio possa essere il passo decisivo verso la propria realizzazione come donna o per il completamento di essa e anche perché è comunque un richiamo atavico dell'istinto femminile, la continuazione non solo della specie, ma anche del sé attraverso la prole. Atto d'amore perché avere uno o più figli significa, oltre a tutte le gioie e le soddisfazioni, anche dolore, rinunce, sacrifici, impegno costante, dedizione, stravolgimento degli equilibri di coppia... per quasi tutta la vita "attiva" della madre, specialmente nella realtà attuale dove la maggior parte delle donne deve lavorare fuori casa volente o nolente, poco o tanto. Sono circondata da donne incinta in questo periodo: un'amica, una collega, amiche di amici. Ognuna sta vivendo la maternità in modo diverso ed insieme straordinario. La collega, in particolare, prima di restare incinta era sempre "musona", silenziosa; ora sorride di continuo ed un tutt'uno con la sua bella pancia. A noi racconta che, dopo 3 anni, di matrimonio, ha dovuto "cedere" alle insistenze del marito che premeva per avere un bambino, ma a guardarla, si direbbe che si vergogna di dire la verità». 
Qual è la sua esperienza diretta o indiretta, anche in termini di sogni e progetti (non voglio confessioni personali almeno che non le interessi raccontare la sua storia)
E a livello di spettacolo?
«Fino a poco tempo fa, odiavo i bambini, li detestavo sotto ogni punto di vista. Poi è accaduto che l’amore di una persona ha fatto nascere naturalmente in me in senso e la voglia di donare una vita alla persona che si ama davvero. Oggi purtroppo quel sogno è sfumato…ma se trovassi l’amore vero e ne avessi le possibilità economiche, non ci penserei due volte a fare un figlio, anche se questo comportasse la rinuncia per un periodo alla mia attività di attrice».
In bocca al lupo, di cuore!



Per chi vuole saperne di più...

Formazione: Ha conseguito il Diploma professionale di Attrice presso la scuola “Il cantiere Teatrale” di P. Tiziana Cruciani (nel 2010); e ha frequentato una serie di seminari intensivi: Elementi di Biomeccanica con A. De Magistris; con Jean Paul Denizon, attore e aiuto-regista di Peter Brook; uno Stage intensivo, “Sound and game in Shakespeare”, con Simon Scarfield, dal Globe Theatre di Londra con messa in scena finale di Machbeth (ruolo Lady Machbeth); e sul metodo Grotowsky presso Les Cours Florent di Parigi. Nello stesso 2010 ha frequentato il Masterclass per attori con Rossella Falk e nel 2011 il Seminario residenziale con Ricci Forte, San Miniato.
Teatro: Nel 2012: “Una cosa a tre” regia di Pietro De Silva; “Fuori Sede”, scritto e diretto da Luca Pizzurro; “Peace Frog THE Show” live al Piper Club di Roma; “Le Belle Notti” di Gianni Clementi, regia di Claudio Boccaccini. Nel 2011: “Lo zoo di vetro” di T. Williams, regia di S. Chiosi, “Pericolo di coppia” di Marco Cavallaro, regia di Claudio Insegno e “Vestirsi di Bianco” regia di Mario Prosperi. Nel 2010 : “Tempi supplementari” di Marco Falaguasta; “Un curioso accidente” di C. Goldoni, regia di Carlo Fabiano; “Le metamorfosi “ di Ovidio, regia Giovanni Carta; “I monologhi della Vagina” di Eva Esler, della quale ha curato la regia; e “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, di O. Wilde, regia  di G. Vasilicò.
Nel 2009: “L’amante” di H. Pinter, regia di Enzo Masci; e  “La città del Natale” (musical) regia di Paola Di Girolamo. Nel 2008 "In Principio era il Trio!" di Anna Marchesini, Tullio Solenghi e Massimo Lopez, regia di Anna Marchesini e "Festa in famiglia"  di A. Ayckbourn,  regia di Carlo Marsili.  (ruolo: Deidre). Infine nel 2007: "Chicago!" (musical), regia Katia Marafioti (ruolo: Velma Kelly).
  Cortometraggi: Nel 2009: "Punto Cieco” regia di Marta Corradi e nel  2007 Con parole povere” regia di V. Scandurra.
Parla inglese, francese, spagnolo;  siciliano, calabrese, romano, fiorentino, napoletano, veneziano.


"Non voglio vedere verde" La tavola e la cultura, il gusto di aiutare gli altri


Il 15 dicembre alle ore 17 in anteprima nazionale, presso la sala Consiliare della Provincia di Prato, con il patrocinio della Provincia di Prato e della “Strada del Vino di Carmignano e dei prodotti tipici pratesi”, la casa editrice Farnesi Editore di Prato presenterà il libro “Non voglio vedere verde” di Giada Briziarelli, raccolta di ricette per bambini abbinate a favole scritte da  Christina Bachman, Caterina Balivo, Giada Briziarelli, Ilaria Calvani, Sara Castellani e Alice Pucci, Francesca Ciardi, Benedetta Contini Bonacossi, Dorotea De Spirito, Elsa Di Gati, Beppe Fiorello, Federica Fontana,  Alessandra Gaggioli, Enzo Ghinazzi (Pupo), Monica Leofreddi, Marco Liorni, Annalisa Manduca,  Rita Marcotulli e Francesco Giardinazzo, Armando Maschini, Simona Mazzei, Federico Moccia,  Ilaria Moscato, Giorgio Casotti, Antonella ed Elisabetta Quaranta, Maria Rodighiero, Maddalena Sadocchi, Toni Scervino, Enrico Vanzina e Stefano Ziantoni.
Il libro nasce per sostenere la Onlus Anticito, di cui Giada Briziarelli è presidentessa nazionale.
Alla presentazione, oltre all’editore, saranno presenti i seguenti autori: Francesca Ciardi, Maddalena Sadocchi, Maria Rodighiero, Benedetta Contini Bonacossi, Ilaria Calvani, Antonella e Elisabetta Quaranta, Simona Mazzei, Cristina Bachman, Alice Pucci e Sara Castellani, e la conduttrice televisiva Ilaria Moscato. Interverrà anche il disegnatore Francesco Perrotta.
Il libro sarà in vendita durante la presentazione.
Sarà comunque acquistabile presso:
- Libreria Fanucci Piazza Madama 8 Roma
- Marton Cartolibreria srl Corso del Popolo 40, 31100 Treviso
- Libreria Ready Cavour Via Cavour 255, 00184 Roma  e comunque in tutta la catena delle librerie Arion di Roma
- Libreria Liberrima Socrate srl, Corte dei Cicala, 1 73100 Lecce
- Libreria Viva Athena Via Liguria 73-75 73013 Galatina Lecce
- Libreria Mondadori Via Cortonese 131 06127 Perugia    
- Libreria Betti sas via del Sette 1 06121 Perugia
- Antica Farmacia Molteni, via Calzatoli piazza della Signoria, Firenze
- Libreria san Gottardo Corso San Gottardo Milano
- Libreria Il Castello piazza del Castello Prato
- Negozio della Strada del Vino via Ricasoli 15 Prato
Sarà acquistabile online sul sito della casa editrice www.farnesieditore.com, su www.ibs.it e su www.amazon.it e durante le manifestazioni di Rugby for Life il 21 di dicembre a Treviso e il 23 di dicembre a Vittorio Veneto.


giovedì 6 dicembre 2012

"Anatomie degli invisibili - Precari nel lavoro, precari nella vita" di Tiziana Grassi


Venerdì 7 dicembre 2012 alle ore 17 alla Fiera “Più libri più liberi”, presso il Palazzo dei Congressi (EUR), Sala Ametista, sarà presentato il libro della giornalista Tiziana Grassi. Libro-denuncia che, in forma di prosa poetica, affronta il dramma della crisi, del precariato e dei nuovi poveri.

Edito dalla Nemapress, Anatomie degli Invisibili richiama alla grave situazione di chi, al di là dell’età - trattandosi di un dramma italiano trasversale alle generazioni - vive uno stato di destabilizzante assenza di punti di riferimento economici e sociali.

Tiziana Grassi, per molti anni autrice testi a Rai International e Rai Uno, dopo aver pubblicato numerosi volumi di saggistica su questioni migratorie e media education, in questo libro di impegno civile sceglie di dare voce al vasto mondo del precariato attraverso fotogrammi-anatomie tratti dal vissuto, individuale e collettivo, dei cosiddetti “invisibili”, di chi non partecipa al ‘banchetto della vita’. Di chi ogni giorno decide di suicidarsi per problemi economici legati alla mancanza di lavoro (il volume raccoglie i risultati di una recente ricerca universitaria condotta dal Prof. Nicola Ferrigni della Link Campus University sulle morti legate alla recessione), di chi è costretto a subire disoccupazione, contratti co.co.co., co.co.pro, interinali, occasionali, “partite IVA”. Precari, nel lavoro e nella vita. Vite in retroguardia, senza presente e senza futuro, per un immobilismo sociale che nella flessibilità/mobilità, paralizza e nullifica vite, relazioni, aspettative, progetti.
Nella inusuale intersezione dei linguaggi - tra prosa poetica e cronaca - il volume vede l’Introduzione curata dal sociologo del lavoro, Prof. Domenico De Masi, la Postfazione a cura del poeta e critico letterario Dante Maffia, nonché un ricco apparato fotografico di denuncia sociale del fotoreporter Luciano Manna.

A rischio i diritti d'autore


Oggi 5 dicembre la Commissione europea si riunisce per un dibattito sul diritto d’autore. Di seguito trovate il link per firmare la petizione, che ci è pervenuta attraverso la FEP, Federazione europea editori, per chiedere alla Commissione di tenere in giusta considerazione le ragioni per la tutela del diritto d’autore: 
Tutti possono firmare. 

Di seguito la traduzione in italiano.

ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI

Sul diritto d’autore si è detto di tutto. Anche molte cose senza senso. Negli ultimi anni, lo si è accusato di impedire la distribuzione delle opere, di ostacolare l’accesso del consumatore, di andare a gonfiare le tasche dei ricchi e, ancora peggio, di intralciare la libertà di espressione.

Il 5 dicembre, su iniziativa del suo Presidente José Manuel Barroso, la Commissione Europea in riunione collegiale terrà un incontro per esaminare le iniziative che la stessa Commissione potrebbe adottare nell’ambito del diritto d’autore.

Dobbiamo temere il peggio? E’ una domanda pertinente, specialmente considerando i legami e la quasi familiarità esistenti tra alcuni potenti gruppi di interesse privati anti copyright e alcuni dipartimenti e direttori della Commissione. Per sgombrare il campo da equivoci : il messaggio che traspare è che il diritto d’autore è il nemico dei consumatori e del loro desiderio di accedere alla cultura. Questa non è solo l’opinione di pochi soggetti marginalizzati in Europa.

La guerra al diritto degli autori di vivere della loro arte e ricevere giusti compensi, è al centro di un’intera coalizione: gruppi di interesse delle principali aziende della rete che cercano di esimersi dagli impegni fiscali verso gli stati membri da un lato e dall’obbligo nei confronti dei creatori e delle diversità culturali dall’altro; taluni gruppi di consumatori che considerano una necessità la totale e immediata soddisfazione della propria base, senza curarsi dell’impatto negativo sulle industrie culturali, sui posti di lavoro nel settore cultura e sulla sostenibilità del futuro della creatività ; dipartimenti amministrativi e persino commissari europei che confinano i diritti degli autori e la diversità culturale nei vecchi confini, escludendoli irrimediabilmente dal mondo del digitale.

I diritti degli autori sono, certamente, un concetto datato di secoli, ma anche sorprendentemente moderno, duttile e flessibile. Il diritto d’autore moderno è l’opera di un genio, Beaumarchais, che caratterizzò la sua epoca con le sue battaglie per la libertà. Per cento anni la tecnologia è progredita a un ritmo sempre crescente, a dir poco. I diritti d’autore hanno tenuto il passo con questo progresso e continuato a salvaguardare un principio fondamentale, cioè il diritto degli autori di avere un giusto compenso per l’utilizzo fatto delle loro opere, facilitando l’accesso pubblico a prodotti culturali.

E’ difficile immaginare un autore che voglia impedire che la sua opera, film, libro, musica venga vista, recensita o discussa dal pubblico. E’ però facile immaginare che le soluzioni digitali possano minacciare un diritto umano in particolare (art. 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani): il diritto dell’autore di ricevere un compenso ogniqualvolta la sua opera viene utilizzata.

Ci sono principi fondamentali che nessun tablet, smartphone o nuovo servizio dovrebbero minare. Il rispetto del diritto d’autore è uno di questi principi. Tuttavia quotidianamente in Europa, dove ebbe origine il diritto d’autore, il suo ruolo è contestato, il suo campo d’applicazione attaccato, la sua gestione collettiva criticata. Ogni giorno nuove eccezioni, o meglio espropri, vengono proposte; ogni giorno, meccanismi che rendono possibile finanziare la creatività vengono contestati in nome della libera concorrenza; ogni giorno, si denigra il pagamento dei diritti privati. Insomma, tutte le fonti di introito degli autori sono minacciate e attaccate.

A beneficio di chi? Non certo dei creatori stessi, la cui situazione generale diventa sempre più precaria in molti paesi! E nemmeno dei consumatori, il cui accesso alle opere non è facilitato dalla messa in discussione dei diritti d’autore e per cui il costo per l’acquisto di apparecchi digitali non è certo ridotto in alcun modo abbassando i pagamenti agli autori!

Commissari, Il 5 dicembre vi incontrerete sotto l’occhio vigile dei creatori, che contribuiscono alla futura identità dell’Europa. Per loro, i diritti d’autore sono ancora la migliore garanzia di una degna remunerazione e la più grande speranza di poter continuare a creare.

“L’Europa ama il cinema”, “L’Europa ama la cultura”? Sono slogan che fanno presa, ma devono essere messi in pratica e, cosa più importante, un nuovo slogan deve essere coniato: “L’Europa ama i diritti d’autore”!

mercoledì 5 dicembre 2012

Al Teatro OFFICINA di Milano "INVISIBILI - Il Viaggio dei migranti africani"


Parole e suoni contro il razzismo
L'arte via farà liberi...

INVISIBILI
Il viaggio dei migranti africani
Mohamed Ba dall’8 al 10 dicembre al Teatro OFFICINA


Le memorie di un popolo che cerca a tutti i costi di sopravvivere agli incubi della povertà: INVISIBILI – il viaggio dei migranti africani, dall’8 al 10 dicembre 2012 con Mohamed Ba, griot senegalese, narratore tribale, in scena al Teatro Officina.

Due cittadini africani s’incontrano su una spiaggia e cercano di sopravvivere sognando una vita migliore dall’altra parte della barriera. Le memorie di un popolo passato dalla schiavitù alla schiavitù degli aiuti, un percorso tra passato e presente attraverso le testimonianze, i ricordi e le speranze di chi lascia tutto senza nulla dimenticare.

Mohamed Ba è contemporaneamente il custode della tradizione africana e il rinnovatore che canta le contraddizioni storiche, i sogni, le speranze, i dolori e le gioie del continente nero e porta il pubblico a chiedersi: che ne sarebbe della nostra vita, a noi del nord del mondo, se non fossimo nati qui? Persino invecchiare non sarebbe permesso.
Miracolosamente sopravvissuto a un attentato razzista il 31 maggio 2009 a Milano, torna in teatro per raccontare i temi a lui più cari: il razzismo, la xenofobia, l'orgoglio per la cultura africana, il senso di inadeguatezza del migrante, il multiculturalismo.


Mohamed Ba - E' nato a Dakar, in Senegal. Mediatore e animatore culturale, ha aderito al movimento per la promozione della letteratura africana e al circolo dei giovani scrittori per l'alfabetizzazione nelle zone rurali. Migrato in Francia, è stato coordinatore dell'operazione Un immigré, un livre. Nel 1998 ha pubblicato Parole de nègre, sulle migrazioni nei paesi del Sahel. Nel 1999 trasferitosi in Italia ha collaborato con il centro ambrosiano di Milano per Ex cursus. E' fondatore del gruppo Mamafrica 2 che usa le percussioni per diffondere la cultura africana. E' autore e interprete di monologhi teatrali: Parole fuori luogo (2002), Musica e popoli (2003), B-Sogni (2004), Canto dello spirito (2006), Invisibili (2010), Incazzato bianco (2010). Nel 2011 ha portato in scena Relazione per un'accademia di Franz Kafka, per la regia di Heike Brunkhorst. Ha partecipato a vari progetti teatrali e a trasmissioni radiofoniche e televisive.
Nel 2012 ha recitato nella produzione dell’Associazione Pier Lombardo/Teatro Franco Parenti in collaborazione con il Teatro della Cooperativa, Sarabanda, sul tema delle migrazioni con la regia di Laura Pasetti. Lavora presso l'Ufficio Educazione Mondialità del PIME di Milano.



domenica 2 dicembre 2012

Da Editoriaraba "Qatar: carcere a vita per quattro versi"

di Rabii El Gamrani

La vicenda del poeta del Qatar incarcerato a vita per i versi di una poesia inneggiante alla rivoluzione tunisina e alla protesta contro i regimi arabi ha fatto il giro del mondo, rimbalzando sui social network e sui siti Internet che fanno informazione ai quattro angoli del globo. Una sola eccezione: al-Jazeera, il canale tv satellitare (nato su iniziativa personale dell’emiro del Qatar!) più famoso del mondo arabo non ha riportato la notizia né in inglese né in arabo.
Su editoriaraba la traduzione del poema
Che cosa hanno in comune questi personaggi: Vladimir Majakovskij, Silvio Pellico, Nazim Hikmat, Lazer Radhi, Mahmud Darwish e Mohamed Ibn Al Dahami Al Ajami?
Sono tutti poeti e sono stati in carcere a causa delle loro poesie. Uno di essi però è ancora in carcere e ne avrà per tutta la vita.Lo scorso 29 novembre, il tribunale penale di prima istanza di Doha, nel Qatar, ha condannato il poeta Mohamed Ibn Dahami Al Ajami all’ergastolo, laddove significa il carcere a vita.  La vicenda risale ad un anno fa, per l’esattezza al 16 novembre dello scorso anno: il poeta Al Ajami, molto popolare nel Qatar e in tutta l’area del Golfo per i suoi componimenti dialettali dai tuoni rivoluzionari, fu trascinato in carcere per via di una poesia. Anzi, voglio essere pignolo come quelli che l’hanno condannato: Al Ajami è stato condannato non per tutta la poesia, ma per quattro versi del suo poema. Al Ajami, in un impeto di entusiasmo dopo la rivoluzione tunisina, pensando di trovare un terreno fertile vista la copertura mediateca positiva che Al Jazeera ha riservato ai motti rivoluzionari del paese magrebino, ha inneggiato alla caduto di Ben Ali usando parole forti nei confronti di tutti gli altri regimi dittatoriali ancora in piedi. Tra l’altro si tratta di improvvisazioni poetiche dialettali e orali, nessuna scrittura o stampa è stata fatta della poesia, e l’unico canale di veicolazione della voce di Al Ajami mentre declama il suo poema è stato Youtube. Il poema è stato ripreso da un social network all’altro fino a diventare una specie di grido alla rivolta nel “ridente” Qatar. E le reazioni delle autorità non si sono fatte attendere. Nel preciso momento in cui il Qatar e il suo “braccio armato” Al Jazeera, facevano la voce grossa contro Ben Ali, Mubarak, Gheddafi e Al Assad, aprendo gli studi televisivi della potente e diffusissima emittente a oppositori e dissidenti, un poeta di 36 anni veniva trascinato in carcere per un poema. Dopo un anno di detenzione in isolamento assoluto, ieri è arrivata la sentenza: carcere a vita per aver incitato alla sovversione, offeso l’emiro e la sua famiglia. Al Jazeera con il suo motto “L’opinione e l’opinione contraria” non ha ritenuto necessario scrivere neanche una riga su Al Ajami. Per ora le reazioni internazionali alla condanna di Al Ajami sono confuse: il sito di Amnesty International riporta la notizia e chiede la mobilitazione a favore del detenuto, ma l’impressione è che si sia svegliato all’improvviso da un profondo sonno durante il quale si è consumata una tragedia a cui ora tenta di reagire confusamente. Tuttavia la più clamorosa e “divertente” delle iniziative è quella organizzata da un gruppo di poeti del Golfo che chiedono il rilascio del loro collega con una modalità piuttosto originale: ognuno ha composto una poesia d’elogio all’emiro del Qatar per ricordargli il valore del perdono, chiedendo a sua maestà di mostrarsi clemente nei confronti dell’umile suddito poeta.

Per quanto poco possa valere la mia voce, insieme alla vostra può essere almeno una testimonianza e un risveglio per le nostre coscienze per il grido libero dell’arte. Proviamoci. Invito tutti i lettori di questo commento a cliccare su mi piace e a diffonderlo.

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma
Ilaria Guidantoni insieme all'attore teatrale Giuseppe Bisogno, che ha curato le letture, e al musicista Edoardo Inglese, autore di una selezione di brani musicali

"Tunisi, taxi di sola andata" a Milano, 19 aprile 2012

"Tunisi, taxi di sola andata" a Milano, 19 aprile 2012
Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata a Milano", libreria Milano Libri. Insieme all'autrice, Ilaria Guidantoni, il presidente del Touring Club Italiano, Franco Iseppi, e Laura Silvia Battaglia, inviata esteri di Avvenire. Letture a cura dell'attore Michele Mariniello

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", libreria N'Importe Quoi di Roma, 13 aprile 2012

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", libreria N'Importe Quoi di Roma, 13 aprile 2012
Ilaria Guidantoni ospite di RADIOLIVRES, con Vittorio Macioce, caporedattore de' Il Giornale, ed Edoardo Inglese,"musicante", in una serata di parole e musica

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso il Rotary Club di Marina di Massa, 29 marzo

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso il Rotary Club di Marina di Massa, 29 marzo
L'autrice tra Lorenzo Veroli, il Segretario del Club e Chiara Ercolino

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso la libreria Griot di Roma, 28 marzo 2012

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso la libreria Griot di Roma, 28 marzo 2012

Presentazione "Tunisi, taxi di sola andata", Roma, Sala stampa Camera dei Deputati, 28 marzo 2012

Presentazione "Tunisi, taxi di sola andata", Roma, Sala stampa Camera dei Deputati, 28 marzo 2012
Insieme all'autrice, Ilaria Guidantoni, l'on. Elisabetta Zamparutti (Radicali Italiani) e il giornalista tunisino Salah Methnani, inviato di Rainews24

Giovedi 1° marzo 2012, alla Centrale Montemartini di Roma, dalle ore 18.30 presentazione di "365D"

Giovedi 1° marzo 2012, alla Centrale Montemartini di Roma, dalle ore 18.30 presentazione di "365D"
Marzia Messina, ideatrice del progetto e realizzatrice per "Prima che sia buio" della foto dell'autrice

Il fotografo di 365D Sham Hinchey

Il 29 agosto di 365D

Con Raffaella Fiorito, mia vicina di calendario

Presentazione di "Prima che sia Buio", Galleria d'arte Barbara Paci, Pietrasanta, 16 Luglio 2011

Presentazione di "Prima che sia Buio", Galleria d'arte Barbara Paci, Pietrasanta, 16 Luglio 2011

Metti una sera d'estate, prima che sia buio...

"Prima che sia buio" incontra l'arte alla Galleria Barbara Paci di Pietrasanta

Ilaria Guidantoni e Barbara Paci

La scrittrice con i genitori

La scrittrice tra Daniela Argentero e Barbara Paci

La scrittrice tra gli amici

Leggendo "I giorni del gelsomino" con il pittore Agostino Rocco

Leggendo "Colibrì"

L'autrice con Agostino Rocco

A Jorio, dedicato a Pistoia, alla Toscana e a una città d'arte

Tra Firenze e Pistoia

Con il pittore Agostino Rocco tra parole e immagini