venerdì 28 ottobre 2011

Grecia, i conti non tornano

Ricevo e pubblico un articolo di Francesco De Palo

da' Lettere internazionali della Rivista "Il Mulino"

Atene, 28/10/2011
Francesco De Palo, 28 ottobre 2011

I conti non tornano. I casi sono due: o siamo in presenza di un bluff di portata mondiale, oppure qualcuno sta sbagliando i conti. In Grecia tutti si schierano contro le misure di austerità annunciate dall’esecutivo. Giornalisti, medici, impiegati. In piazza e tragicamente consapevoli che i sacrifici che il governo chiede loro non risolveranno il buco. Nell’Egeo si sta vivendo un paradosso a tratti kafkiano. Scioperi, chiusure, fibrillazioni: il Paese è bloccato dalle mobilitazioni sindacali e dalle occupazioni dei ministeri fino al simbolo maggiormente rappresentativo, l’Acropoli. Perché consapevoli che il licenziamento di 30mila dipendenti pubblici e l’aumento verticale di tasse e tributi non farà scendere il debito pubblico, destinato invece ad aumentare: ecco il cortocircuito più pericoloso. Che le cose non andassero bene lo si era già intuito prima dell’estate, quando era stato evidente che la recessione al -4% del pil e il debito che si ingrossava fino al 150%, di fatto, rendevano inutili i provvedimenti lacrime e sangue del governo. Si pensi che circa cinquantamila dipendenti pubblici nel 2010 non hanno ricevuto la tredicesima, mentre nel privato si valuta che un datore di lavoro su quattro non corrisponda i contributi. Al momento il debito pubblico è sopra il 160% del pil e per il 2012 si prevedono aumenti fino 170%. Come i tagli: a Frantzeska, impiegata in una banca di credito cooperativo, è stato decurtato lo stipendio di duecento euro. A Vassilis, medico della mutua, è stato detto che realisticamente potrebbe andare incontro ad uno stipendio di settecento euro per gli anni che gli mancano alla pensione.
Sforzi sovrumani che non avranno un riscontro: questa la vera paura dei cittadini.
Ma è l’osservazione del quotidiano che può descrivere, meglio di analisi e commenti, cosa significa oggi vivere in Grecia. Secondo un sondaggio condotto da un’associazione di consumatori, nove greci su dieci hanno cambiato il proprio piano alimentare nell’ultimo anno. Un greco su quattro rivela di poter acquistare solo gli alimenti strettamente necessari. E il 20% degli intervistati ammette che la crisi è la principale causa delle nuove abitudini a tavola. Molti quelli che dicono di aver ridotto il consumo di carne di maiale a una volta ogni settimana. La salute è la vittima sacrificale della crisi, come rivela una ricerca della rivista “Lancet” e condotta da Alexander Kentikelenis, David Stuckler della University of Cambridge e Martin McKee della London School of Hygiene and Tropical Medicine: aumentano i ricoveri ospedalieri, i suicidi, il ricorso a psicologi per l’impennata di casi di depressione, oltre che di contagio da Aids. Senza contare il crollo delle indennità per patologia concesse dallo stato. Inoltre molti cittadini non vanno più dal medico per sottoporsi a visite (-15%). E l’offerta sanitaria subisce un taglio del 40%, tra personale, materiali, liste di attesa. A ciò si aggiunga un altro calo della produzione industriale: in agosto si è registrato -11,7% su base tendenziale, dopo le contrazioni di luglio (-2,8%) e giugno (-13,1%). Cala anche la produzione manifatturiera, -11% rispetto ai livello dello stesso mese dell'anno precedente (-2,3% a luglio). Il polso della criticità si avverte anche in un ambito tradizionalmente florido come l’editoria. Un calo almeno del 10% per i libri, con una riduzione di titoli passati da 10.200 a 8.900. La crisi tra l’altro è anche un vero e proprio tema editoriale. Si pensi all’ultimo romanzo di Petros Markaris “Prestiti scaduti” (Bompiani) dove un serial killer uccide banchieri e rappresentanti delle agenzie di rating. O a “Come la Grecia” di Dimitri Deliolanes (Fandango), o “Nel Sogno di Ulisse” di Makis Karagiannis. Su Atene, intanto, si profila il soffio di un meltèmi diverso dal possente ma affascinante vento che spira nelle Cicladi: un default controllato pari al 50% del valore dei bond ellenici, soluzione caldeggiata anche dal primo Nobel dell'economia cipriota Christopher Pissarides. Ma allora, se la prospettiva è quella, perché non dirlo subito? E soprattutto: perché chiedere lacrime e sangue ai cittadini?

Ennahda conquista il 90% dei seggi ed è in testa ovunque

Se ancora in risultati definitivi non ci sono, anche se ieri sera si è tenuta la conferenza stampa, con tanto di inno nazionale alla fine, il risultato è chiaro, riconfermando all'ennesima potenza quanto già era stato annunciato, addirituttra prima delle elezioni, soprattutto dalla stampa europea.
Un dato emerge: a parte nell'area di Sidi Bouzid, Ennahda è ovunque, anche nei quartieri dove non ci si sarebbe aspettati questo risultato, come La Marsa, Tunis 2, la banlieue nord residenziale. Un successo trasversale colto soprattutto come un rovesciamento del passato e il segno dell'addio definitivo a Ben Ali.
Sul futuro, attesa senza commenti e la consapevolezza da parte dei cittadini che tra un anno il nuovo capo del Governo si potrà cacciare se non funziona. Nella parte della sinistra laica, campeggia invece la rabbia.
C'è chi azzarda un paragone con l'Iran e chi, leggendo in positivo la realtà, con la Turchia. Da Roma mi giunge l'eco di una riflessione sulla dittatura argentina passata che è un invito è comunque un invito a non lasciar perdere, a non arrendersi.

giovedì 27 ottobre 2011

Tunisi, a breve i risultati. Ennahda ha già 85 seggi

TUNISI – Non sono state ancora ultimate le operazioni di scrutinio in tutte le 27 circoscrizioni tunisine, ma il dato parziale assegna a Ennhadha, il partito che ha ottenuto la maggioranza dei voti e le percentuali più alte, 85 seggi.

Secondo gli stessi dati, Al Congrès pour la République sono stati assegnati 28 seggi; a Pétition Populaire 26; a Ettakatol 23; al Parti Démocrate Progressiste 20; al Pôle Démocrate Moderniste 8 e a Afek Tounes 5.

Per l'ufficializzazione del voto, che dovrebbe essere fatta oggi da parte dall'Alta istanza per le elezioni, mancato ancora i dati di alcune circoscrizioni, tra cui quelle importanti di Tunis 2, Biserta, Kesserire ed Ariana.

mercoledì 26 ottobre 2011

Luisa Sanfelice è L'Incoronata al Teatro Due di Roma

Per leggere la mia recensione collegarsi a Saltinaria al link
http://www.saltinaria.it/recensioni/spettacoli-teatrali/12825-l-incoronata-teatro-due-roma-recensione-spettacolo.html

Chi sono i partiti che hanno concorso alle elezioni tunisine?

Un amico si chiede a proposito delle elezioni in Tunisia: "Chi sono i 116 partiti politici?"
La sua risposta è una una sintesi ripresa da Al-Jazeera di alcuni tra i più importanti partiti politici concorrenti alle elezioni che ci ha messo a disposizione per una rapida consultazione.

Al-Nahda (Rinascimento)Fondato nel 1981, è il partito leader con maggiori preferenze negli ultimi sondaggi: il 25 per cento degli intervistati afferma di favorire il partito islamico. Nelle elezioni tenute nel 1989, al-Nahda arrivò al secondo posto dopo RCD (partito di Ben Ali). Successivamente venne vietato e il suo leader Rachid Ghannouchi dovette lasciare il paese ed esiliare nel Regno Unito. Il punto di forza sul quale punta al-Nahda è la parità di diritti tra uomini e donne. "Noi siamo contro l'imposizione del velo in nome dell'Islam e siamo contro la messa al bando del velo in nome della laicità o la modernità", ha detto ad Al Jazeera Ghannouchi. Il partito sottolinea anche che sostiene la democrazia, il pluralismo e, vuole collaborare con l'Occidente.

Progressive Partito Democratico
Il Partito Progressista Democratico (PDP) ha una storia relativamente lunga, fondato nel 1983 da Ahmed Najib Chebbi, è stato uno dei pochi partiti d’opposizione legali sotto il regime di Ben Ali. Il PDP vede al-Nahda, come il suo rivale. Tempo fa AFP ha scritto che Chebbi ha accusato al-Nahda di voler istituire uno "Stato ideologico".
Nel 2006, Maya Jribi è stato nominato segretario generale del PDP, la prima donna a ricoprire tale posizione in Tunisia. Il partito sostiene un aumento del salario minimo, e ha un programma progetti per aumentare gli investimenti esteri.

Ettakatol (Forum Democratico del Lavoro e libertà, noto anche anche come il Forum Democratico del Lavoro e della libertà, FDTL) registra un testa a testa con il PDP, secondo i sondaggi. Il partito di centro-sinistra, fondato nel 1994, ma legalizzato solo nel 2002, pone grande enfasi sulla trasparenza, e uno dei suoi principali obiettivi è quello di ridurre la corruzione. Secondo Tunisia live, il partito ha guadagnato circa 20.000 iscritti a settimana negli ultimi tempi.
Secondo il sito Tunisia live, Ettakatol è uno dei pochissimi partiti politici in Tunisia che garantisce la parità tra uomini e donne e condanna lo stupro domestico. Tuttavia, in nessuna lista di Ettakatol c’è un candidato donna.
Leader di Ettakatol è Mustafa Ben Jaafar, per un breve periodo nominato ministro della Sanità della Tunisia all'inizio di quest'anno.

Partito del Congresso per la Repubblica
Come Ettakatol, il Partito del Congresso per la Repubblica (CPR) è anche un partito laico di centro-sinistra. E’ stato fondato nel 2001, ma è stato vietato l'anno successivo. Moncef Marzouki, un attivista dei diritti umani e medico, ha seguito il CPR dall'esilio in Francia, ed è ritornato quest'anno in Tunisia.
Secondo il suo sito internet, gran parte della piattaforma di CPR ruota intorno alle libertà civili, come l'abolizione della censura, la proclamazione di una normativa che garantisca la libertà secondo i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Il CPR si rifiuta di accettare finanziamenti dalle imprese e altre fonti esterne. Un sondaggio recente ha rivelato che il partito CPR è sostenuto dall’ 8 per cento degli elettori.

Free Patriotic Union


Dei partiti politici tunisini fondati dopo la rivolta tunisina, c’è il Free Patriotic Union (UPL). L'UPL è stato lanciato quest'anno da Riahi, ricco uomo d’affari che è cresciuto come un ex-patriota in Libia dove ha fatto la sua fortuna nel campo dell'energia e dello sviluppo immobiliare. Riahi è tornato in Tunisia quest'anno.
L'UPL, finanziato in gran parte da Riahi, si pone come un partito centrista che supporta un’economia di libero mercato dai valori moderni. In un'intervista al quotidiano Al Chourouk, Riahi ha dichiarato che egli vede al-Nahda come un rivale importante. L'UPL ha lanciato una massiccia campagna pubblicitaria questa estate, uno degli unici tre partiti a farlo (gli altri erano PDP e Ettakatol). Tuttavia, l'UPL non ha riscosso molto successo nei sondaggi d'opinione.
Nel mese di agosto, Riahi ha annunciato di voler comprare il 20 per cento delle azioni di Dar Assabah, un grande editore di giornali tunisini. In seguito a queste dichiarazioni, il Financial Times sostiene che i blogger tunisini temono che Riahi diventi un "Berlusconi tunisino".

Partito comunista dei lavoratori tunisini


Il Partito comunista dei lavoratori tunisini (PCOT), un partito d’ispirazione marxista-leninista fondato nel 1986, ma vietato fino a quest'anno. PCOT è ben organizzato, ed è particolarmente popolare tra la popolazione studentesca della Tunisia. Molti dei cosiddetti "manifestanti Kasbah", che hanno manifestato a Tunisi da gennaio per ulteriori cambiamenti al sistema politico della Tunisia, erano supportati dal PCOT.
PCOT è stato escluso dalla partecipazione al governo di coalizione nazionale che si è formata dopo la caduta di Ben Ali. Il partito è guidato da Hamma Hammami, che è stato imprigionato diverse volte dal 1970 per le sue attività politiche. Nel 1994, Hammami è stato arrestato, torturato e minacciato di morte, secondo un rapporto di Amnesty International.

Coalizione democratica modernista
La Coalizione Democratica modernista (PDM) è stata costituita a maggio come alleanza tra partiti, tra cui Ettajdid (Rinnovamento), il partito di sinistra socialista, il Partito Repubblicano, e un altro partito.
Il PDM è l'unico partito ad avere liste elettorali di cui la metà sono guidate da candidate di sesso femminile. Inoltre tra le sue liste c’è il più giovane candidato tunisino: Amal Nasser, 24 anni, studente. L'alleanza favorisce l'abolizione della pena di morte (che, sebbene ancora legale in Tunisia, da 20 anni non è più utilizzata), e la parità dei sessi.
Afek Tounes


Afek Tounes è il polo opposto al PCOT. Questo partito di destra è stato fondato da economisti neoliberisti ed è guidato da Emna Mnif, professore di medicina.
Molti credono che Afek Tounes sia legato al partito di Ben Ali. Tuttavia, un portavoce di Afek Tounes ha negato i legami con l’RCD.
Al-Waten (The Nation), Al-Moubedra (The Initiative), Justice and Liberty, The Independence for Liberty
Più partiti sono emersi dalla disgregazione del partito RCD di Ben Ali. Questi partiti sono: al-Waten (La Nazione), fondata da soci del RCD che in precedenza erano stati Ministro del Commercio, del Turismo e ministro dell'Interno, al-Moubedra (L’Initiativa), Justice and Liberty (Giustizia e Libertà) e The Independence for Liberty (L'indipendenza per la Libertà).

Hizb ut-Tahrir
Hizb ut-Tahrir, è un partito salafita pan-islamista al quale non è stato permesso di partecipare alle elezioni, perché le autorità tunisine hanno sostenuto che i partiti che non rispettano la democrazia non possono essere legalizzati. Tuttavia, Hizb ut-Tahrir con a capo Ridha Belhadj ha detto ad Al Jazeera, "Non abbiamo bisogno di autorizzazione da parte del governo, abbiamo l'autorizzazione del popolo". Rispetto ad al-Nahda, Hizb ut-Tahrir è più piccolo e più conservatore.

Tunisino Partito Pirata


Il Partito Pirata (PPT) ha ottenuto l'attenzione dei media a gennaio, quando alcuni membri del partito sono stati arrestati e incarcerati dal regime di Ben Ali per aver partecipato alle proteste anti-governative. Dopo la caduta di Ben Ali, Slim Amamou, uno dei membri del Partito Pirata, che è stato torturato durante la sua detenzione, è stato nominato Segretario di Stato per lo Sport e la Gioventù. Tuttavia, Amamou - che è anche il CEO di una società di sviluppo web – ha dato le dimissioni a maggio dopo che il governo tunisino ha bloccato diversi siti web. Tuttavia, il ministero dell'Interno ha detto che non avrebbe riconosciuto la legalizzazione del PPT.

I candidati indipendenti
I candidati non affiliati ad alcun partito si presentano alle elezioni come candidati indipendenti, Circa il 45 per cento delle liste elettorali presentate all'Alta Autorità della Tunisia per le elezioni sono liste di candidati indipendenti, secondo quanto riferito da Tunisia live.

Vince Ennahda, da Tunisi si avverte un senso di libertà

TUNISI- Il partito tunisino Al-Nahda conquista 35 seggi su 81. Dagli ultimi aggiornamenti in diretta dalla commissione elettorale tunisina emergono i risultati parziali delle prime elezioni democratiche della Tunisia dopo la rivolta dei gelsomini. Finora il partito CPR ha ottenuto 13 seggi, Ettakatol 9 e Aridha Chaabia 10.

Il capo Ettakatol Mustapha bin Jafaar, intervistato poco fa da Al-Jazeera, ha affermato: "Tutte le forze devono ora unirsi per il futuro governo". Inoltre ha anche criticato i timori occidentali sulla vittoria del partito islamista di Al-Nahda.

Intanto a Tunisi è festa. Migliaia di persone si sono radunate all'esterno del quartier generale di al-Nahda nel sobborgo di Montplaisir. Le immagini odierne, in contrasto con quelle delle fiamme viste nel mese di dicembre e gennaio quando i cittadini sono scesi in strada per costringere il presidente Ben Ali a dimettersi, esprimono gioia e fiducia nel futuro.

Yusra Ghannouchi, una delle figlie del leader di al-Nahda, ha parlato ad Al Jazeera alcuni minuti dopo che l'autorità elettorale ha rilasciato i primi risultati: “Abbiamo i risultati ma siamo in attesa dell'annuncio ufficiale. Abbiamo appena avuto la notizia di aver conquistato cinque circoscrizioni, e al-Nahda è il primo in tutte queste circoscrizioni, con percentuali diverse che si aggirano intorno al 30-45 per cento".

(Fonte foto: Al-Jazeera, Yasmine Ryan)

Tableau détaillé du nombre des sièges de chaque parti



Par Tiwinoo
26, octobre 2011Actualites NationalesPas de commentaires
Plus que quelques heures nous séparent du résultat final du scrutin de vote pour les élections de l’assemblée constituante. Le Mouvement Ennahdha est le favori et a atteint jusqu’à présent 83 sièges dans les 33 circonscriptions de la Tunisie, ce qui représente 41%.
Come si può notare il sistema proporzionale ocn voto di lista e grande resto ha garantito una pluralità. Se Ennahda ha circa il 41% e ha ottenuto 83 seggi; il Partito democratico con il solo 4% ne ha 14.


Lire la suite: http://www.tiwinoo.com/tableau-detaille-du-nombre-des-sieges-de-chaque-parti.html#ixzz1bt3Mie00

Dove va la Tunisia?

Clima di festa, rassicurazioni da chi ha seguito da vicino, molto vicino, le elezioni nel paese si affiancano ai commenti dei giornali europei timorosi di quella che viene annunciata come una deriva islamista, che contagia rapidamente il Magreb.
Alla vigilia della mia partenza per Tunisi, ascolto le voci diverse, tra lo sconforto, la rabbia dei 'laici', progressisti; il riconoscimento della vittoria dell'avversario da parte dei partiti di sinistra, con un'eleganza che è un inchino alla democrazia, i video e le immagini che igungono direttamente da Tunisi e la nostra stampa. Credo sia presto per capire che cosa realmente accadrà, perché forse il nuovo governo si potrà giudicare se si confermerà Ennahda alla guida, quando si installerà tra un anno come 'definitivo'. Spesso alcuni aspetti non emergono durante il fidanzamento ma solo nel matrimonio.
Al momento occorre capire il meccanismo della vittoria da una parte, della sconfitta dall'altra. Ennahda ha un'organizzazione capillare, si è mostrata vicina alla gente più bisognosa andando dove nessuno era mai stato, nel mondo rurale del sud abbandonato per vent'anni da Ben Ali. Ha goduto inoltre del privilegio accordato alle vittim del carceriere che il popolo ha cacciato. Dall'altra parte la sinistra che innanzi tutto non ha risorse finanziarie e quindi ha affrontato un cammino tutto in salita. Forse è stata anch meno organizzata e sembre ricalcare alcuni difetti della sinistra italiana ed europea in generale. Si è presentata divisa, con una dispersione dei voti; ha demonizzato l'avversario, che è dimostrato non premia, è forse troppo internazionale e nell'immaginario poopolare penalizza il senso identitario che comunque è forte. E' un popolo che ha vissute più colonizzazioni quello tunisino e che la dittatura Ben Ali ha sradicato nuovamente dalla tradizione, dalla religione e ha saldato con la connivenza del nord del Mediterraneo. Era prevedibile un ritorno alla propria storia. Inoltre forse la sinistra ha giocato su quesitoni importanti ma non percepite come essenziali e prioritarie in un momento di crisi, ad esempio la laicità che già imperava in Tunisia e che non ha certo garantito i diritti umani in questi decenni.
Resta il nodo dei finanziamenti come un punto interrogativo: perché partiti messi al bando hanno o non hanno risorse così diverse? Qual è l'origine dei finanziamenti dei quali dispongono alcune formazioni politiche?
Sarei curiosa di sapere che posizione hanno veramente gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita, insomma che cosa immaginano per quell'area le potenze economiche che da sempre hanno un'ingerenza in quei territori?
Un altro aspetto interessante e curiosa è lo scollamento tra la percezione del voto, la sensazione della piazza e la realà delle urne. Le dichiarazioni di voto dell'estate - ho passato tre settimane a Tunisi a chiedere a chiunque incontrassi, dal tassista, al cameriere, al librario, alle persone più varie le loro intenzioni - non hanno riscontro in questo risultato.

domenica 23 ottobre 2011

Prime elezioni libere in Tunisia

La prima tappa è superata ma il cammino è ancora lungo: la Tunisia ha dato il là alla primavera araba ed ancora in prima linea ad aprire la strada delle elezioni democratiche che si sono svolte in un clima di tranquillità, entusiasmo, emozione con buona affluenza, tra il 70 e l'80%. Domani pomeriggio i primi risultati ma quelli definitivi arriveranno solo martedì pomeriggio. Il nostro cuore batte all'unisono con quello dei tunisini, soprattutto con i diciottenni e con coloro che sono tornati un'altra volta maggiorenne, perché avevano rinunciato a votare.

giovedì 20 ottobre 2011

Grecia, rischia l'uscita dall'euro

http://www.sots.cnbc.com

CNBN ha aperto un sondaggio sulla Grecia:per il momento prevalgono quelli che vogliono mettere la Grecia fuori dall'Euro. "Votiamo NO",per non perdere il legame con la madre della nostra civiltà.

mercoledì 19 ottobre 2011

Elezioni a distanza per i tunisini europei

Giocano d’anticipo i tunisini residenti italiani che sono chiamati al voto per l’Assemblea Costituente. Le elezioni della comunità tunisina in Italia si svolgeranno infatti dal Giovedì 20 al Sabato 22 Ottobre, mentre in Tunisia si voterà solo Domenica 23.
“Queste elezioni saranno sicuramente un primo frutto istituzionale, saranno cioè un primo traguardo positivo del cambiamento…”, ha dichiarato il Presidente dell’Istanza Regionale Indipendente per le Elezioni in Italia Adnane Mokrani.
Nella Regione elettorale Italia si eleggono tre membri della Costituente, così i più di circa 80mila cittadini tunisini potranno scegliere dalle 22 liste presentate (8 partiti, 1 alleanza e 13 indipendenti) sulle quali, per la legge elettorale, curiosamente spiccano le alternanze uomo- donna e l’obbligo della presenza dei giovani under 30!
Per un lavoro di così grande rilievo al servizio della comunità tunisina in Italia c’è l’Istanza Regionale Indipendente per le Elezioni in Italia, IRIE Italia, che fa parte dell’Istanza Superiore Indipendente per le Elezioni (con sede centrale a Tunisi), costituitasi mesi fa in linea con il lavoro avviato alla luce di una nuova concezione del patrimonio politico. Si tratta di una Commissione che ha l’incarico di preparare, supervisionare e controllare le elezioni tunisine al servizio della comunità tunisina in Italia.
L’IRIE Italia fa parte dell’Istanza Superiore Indipendente per le Elezioni (ISIE), con sede centrale a Tunisi (www.isie.tn), il cui Presidente è Mohamed Kamel Jendoubi, creata e gestita secondo le disposizioni del decreto legge n. 27-2011 del 18 Aprile 2011, che prepara, supervisiona e controlla le elezioni in Tunisia e all’estero, 33 regioni elettorali in totale, secondo i criteri internazionali di trasparenza e di correttezza. È un ente totalmente indipendente dal governo.
L’obiettivo è l’elezione dei 217 membri dell’Assemblea Nazionale Costituente, il cui compito principale è la scrittura di una nuova Costituzione per la seconda Repubblica. La nuova Assemblea sarà il primo frutto istituzionale della rivoluzione del 14 Gennaio 2011.
All’estero ci sono 6 regioni elettorali per eleggere i 18 membri della Costituente: IRIE Francia 1 a Parigi per il nord della Francia (5 seggi); IRIE Francia 2 a Marsiglia per il sud della Francia (5 seggi); IRIE Germania a Berlino (1 seggio); IRIE Canada a Monreale (Quebec) per l’America e il resto dei paesi europei (2 seggi); IRIE Paesi Arabi e il resto del mondo, ad Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti (2 seggi); e IRIE Italia a Roma (3 seggi).
L’IRIE Italia è composta di 11 membri, oltre ai coordinatori, i capi seggi elettorali e i loro assistenti. Il numero totale è di circa 260 persone. Ha sede centrale a Roma presso il Consolato generale, con membri rappresentanti negli altri 4 consolati: Milano, Genova, Napoli e Palermo, in più il nostro consolato onorario a Firenze. Siamo un ente totalmente indipendente dal corpo diplomatico.
Se le armi sono solo in scena...
Dall'Argentina al Mediterraneo, andata e ritorno


La culla della lotta per i diritti umani, per la democrazia in questi anni è il Mediterraneo, come in passato, negli Anni ’70 e ‘80 del Novecento è stata l’America Latina….Penso che ogni popolo in grado di superare l’egocentrismo, l’individualismo, l’indifferenza e la superficialità, propri di questi tempi debba essere sostenuto anche solo con un minimo di attenzione a distanza. Un’attenzione e un’osservazione che vada oltre il proprio Paese, il proprio “orto” e ci si porti anche a chiedere perché i media mettano un velo su situazioni vicine e lontano; contraddicendo quello che è il pluralismo dell’informazione.
Come regista teatrale, sono molto vicina alla questione dei diritti umani e come lente di ingrandimento ho scelto quello della dittatura argentina, che è solo una prospettiva possibile, la mia ottica narrativa, che è però metafora di altre realtà di contrapposizione tra diritti e violenza.
Giovedì 27 Ottobre alle ore 11.00 ci sarà una conferenza stampa sull’importanza dell’arte di essere veicolo dell’informazione e garanzia di memoria perché, purtroppo, l’oblio è uno dei mali in cui si incorre e che nega lotte, rivoluzioni, manifestazioni, movimenti nati come forma di lotta contro coloro che hanno cercato di negare i diritti primari della persona e di un popolo.
L’Argentina e il Cile, in passato; la Tunisia e l’Egitto, oggi e domani ci sarà sicuramente un altro Paese, non è escluso che possa essere il nostro, a dover scrivere una pagina di storia correlata alla lotta per la democrazia.

Laura Sales, Attrice e Regista teatrale

lunedì 17 ottobre 2011

Indignez vous!

Bandita ogni forma di violenza

L'indignazione autentica non può utilizzare gli stessi strumenti del mondo che combatte, E' questo il senso di Indignez-vous! di Stéphane Hessel che sembra aver colto un fermento di rivolta che era nell'aria, anticipando con la sua prima edizione, nel dicembre del 2010, la Primavera araba, segnatamente quella tunisina, per quel senso di empatia che riesce a mettersi in contatto con l'io collettivo anche a grande distanza. La rivoluzione degli Anni Duemila nel segno della dignità è stata consacrata dalla Tunisia e riecheggiata dal movimento degli Indignatos che da Madrid si è esteso a macchia d'olio. L'invito è a continuare su questa strada verso il giardino dei gelsomini, innaffiandoli, senza cedere alla tentazione della rabbia che nella sua voracità sradica anche i fiori migliori. Speriamo che le elezioni di domenica prossima in Tunisia, seguano la linea del cuore.

I dissidenti dei dissidenti

Marco Filippi, Capo Gruppo PD in Commissione Trasporti al Senato commenta sull'attualità politica dopo gli scontri a Roma

E’ un senso di amarezza frammisto a rabbia quello che provo dopo gli incidenti di ieri alla manifestazione di Roma organizzata dai così detti "indignati". Non so se occorre, ma premetto che non ero presente alla manifestazione, non ho mai avuto intenzione di andarci e non condividevo e non condivido alcuni dei principi a cui quella iniziativa si ispirava... a partire dal non voler pagare il debito che è stato prodotto dal nostro paese. Vengo da una cultura in cui i debiti non si rimettono ma piuttosto si fanno pagare a chi li ha prodotti! Detto ciò, non posso negare che guardavo all'evento con naturale attenzione e simpatia. Erano però anche noti a tutti i rischi che l'evento avrebbe potuto comportare ! Non ce lo possiamo negare... Mi è capitato di parlarne con molti amici o semplici conoscenti e ... il risultato adesso è sotto gli occhi di tutti. Un "nervosismo" crescente con l'avvicinarsi dell'appuntamento... come del resto certificano i blogger più frequentati dagli attivisti e dai manifestanti. E anche le dichiarazioni a caldo rilasciate da alcuni leader e noti esponenti dei centri sociali, hanno poi parlato, senza infingimenti, di problemi presenti al proprio interno e di conti da regolare con le frange più radicali. E’ la sensazione di un'incapacità complessiva quella che provo, quella del nostro paese ad uscire, con pulizia e determinazione, dalla palude in cui si trova. Vale soprattutto per un Governo e una maggioranza, che come viene giustamente detto, sono sempre più strenuamente arroccati nel loro bunker , incuranti di una realtà che ormai non sono più capaci neppure di comprendere perché letteralmente sfuggita al loro controllo. La fiducia ottenuta dal Governo, nella votazione di venerdì alla Camera, è in questo senso solo la certificazione della fine, di una fase politica giunta tristemente al suo capolinea e probabilmente avvicina alla prossima primavera l'appuntamento elettorale... anche se personalmente non ne sono totalmente convinto. Ma vale anche per un’opposizione, innanzi tutto quella presente in Parlamento e nelle istituzioni, che non riesce a farsi interprete di un bisogno di radicale cambiamento e offrire al paese una concreta alternativa all'attuale stato di cose.
Ma da ieri, purtroppo vale, anche per chi pensava di rappresentare l'alternativa di domani, perché fuori dagli attuali giochi e per questo senza macchia, a diritto quindi "indignata" e conseguentemente legittimata a rappresentare l'insoddisfazione e il malcontento generale.
In questa domenica ci siamo invece svegliati, credo tutti, un po' più confusi e ancora un po' più poveri... anche di speranze! Poi è naturale che le cose cambieranno... anche perché così sono divenute veramente insostenibili per tutti! Molti esponenti dell'attuale ceto politico, fondato essenzialmente su premesse e condizioni balorde, non saranno confermati per accortezza delle forze politiche stesse o comunque per volontà degli elettori. Comunque sia, quello che abbiamo di fronte non è, né la primavera del nostro paese, anche per evidenti ragioni stagionali, ma neppure un autunno caldo, più propenso piuttosto a raffreddarsi in fretta o a crescere di temperatura....
Occorrerà alla buona politica e alle persone di buona volontà metterci tutto il loro impegno perché non venga smarrito il giusto anelito di cambiamento che la situazione impone.
La rabbia anche quella giusta, indotta da sacrifici iniqui imposti dall'azione scellerata di questo Governo, come implicitamente anche il Governatore e Prossimo Presidente della BCE Mario Draghi, con buona dose di coraggio tendeva a riconoscere e a comprenderne le ragioni, dovrà trasformarsi in un confronto democratico con tutte le forze politiche che si riconoscono nella necessità di una alternativa seria da dare a questo paese. Un’alternativa fondata su poche fondamentali priorità e su una più articolata azione programmatica di governo da definire insieme, nei prossimi mesi. Dopo verranno di conseguenza metodi di selezione delle leadership e delle candidature.
Per quanto mi riguarda le primarie, come dimostrano perfino gli affanni alla successione nel centrodestra, costituiscono per noi un processo irreversibile! Un'alternativa che veda nei valori della costituzione e nel ripristino di una cultura della legalità, nei principi di equità e pari opportunità per tutti e in una cultura dello sviluppo sostenibile, senza rinunciare alla coesione sociale e ad una seria e rigorosa politica industriale per il paese, i cardini di un progetto per un cambiamento possibile.
Occorrerà umiltà e spirito di servizio da parte di tutti, merce rara, purtroppo, nella politica del nostro paese. Se però scatterà questa molla il paese potrà salvarsi dal declino ormai evidente, se prevarranno invece egoismi e particolarismi per quanto nobili ma intransigenti, il rischio di una svolta autoritaria sarà sempre più probabile.

domenica 16 ottobre 2011

Il teatro arriva su www.saltinaria.it

Per chi desidera leggere le mie recensioni sugli spettacoli teatrali di Roma e Milano, può collegarsi al sito di Saltinaria, al seguente indirizzo: http://saltinaria.it/recensioni/spettacoli-teatrali/12661-la-maria-zanella-piccolo-eliseo-patroni-griffi-roma-recensione-spettacolo.html .
Questo blog per ora resterà uno spazio di discussione e di recensione di libri.


"La Maria Zanella" di Sergio Pierattini, con la regia di Maurizio Panici, è all'Eliseo con Maria Paiato. Un monologo struggente, sussurrato in dialetto con grande garbo e una mimica cruda ma delicata ad un tempo. E' il racconto delle angosce di una donna, con deficit mentale ma una grande sensibilità, che è costretta dalla sorella a vendere la casa paterna, dove vive sola, per arrendersi al proprio destino: tornare in un istituto.

Tunisi chiede soccorso a Parigi, in vista delle elezioni

La Tv pubblica tunisina chiede aiuto alla Francia
Finita la censura resiste l'autocensura. Urgente, riorganizzare!


"Le Monde" di oggi, domenica 16 ottobre, a una settimana dalle elezioni evidenzia la necessità di riorganizzare e con urgenza la tv pubblica perché, se è vero che dopo il 14 Gennaio scorso, la censura è caduta, è altrettanto vero che l'autocensura resiste. Per ventitré anni le due tv pubbliche erano lo specchio dell'ordine, come tutta la stampa tunisina, con la maggior parte delle redazioni nominate direttamente dal potere che dettavano le loro leggi ai giornalisti che si contentavano di leggere i comunicati pro Ben Ali. Oggi, dopo quasi una generazione di silenzio, le parole hanno difficoltà a liberarsi dalle catene e molti colleghi trovano bizzarro potersi esprimere liberamente. “Ci vuole un lungo apprendistato per ritrovare i riflessi pronti di un buon giornalista” ha dichiarato Moufida Hachani, redattrice capo del giornale in arabo, eletta dalla redazione. In vista delle elezioni la testata cerca di dar spazio a tutte le voci ma non è facile con oltre 10mila candidati e oltre 100 partiti per appena 217 seggi. Totalmente disorganizzata la tv pubblica ha chiesto aiuto alla Francia consapevole della necessità di una ‘grande psicoterapia collettiva’ perché l’autocensura appunto resiste. Il Consiglio superiore dell’audiovisivo (CSA) contribuisce sotto forme di consigli all’elaborazione di un nuovo organismo di re lamentazione dell’audiovisivo tunisino.

giovedì 13 ottobre 2011

ANOILAPAROLA.IT, STORIE DI DONNE NELLA STORIA DELLA LOTTA ARMATA


eventi
13 ottobre 2011 at 12:18 |

GLI “ANNI DI PIOMBO” IN ITALIA: 1969-1980
Daniela Bini racconta


17 novembre 2011, ore 21
presso Associazione “Antonio Banfi”
Piazzale Marconi, 7 Vimercate (MB)


Daniela Bini, professoressa di lettere in un liceo scientifico e studiosa della lotta armata al femminile, torna a proporre il tema, già ospitato in queste pagine. Il percorso che sarà proposto partirà dalla riflessione sul fenomeno terroristico femminile italiano negli Anni Settanta, dando spazio alle voci di donne che militarono in gruppi armati. Si tratta perlopiù di donne che entrarono in associazioni terroristiche di estrema sinistra (Brigate Rosse, Prima Linea), perché nell’estrema destra si ha notizia di un’unica donna cui furono affidati compiti dirigenziali: si tratta di Francesca Mambro, ex militante dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari), accusata anche della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Si parlerà di lei, si leggeranno passi da lei scritti, e si parlerà di alcune ex brigatiste rosse, che hanno a loro volta lasciato testimonianze scritte delle loro scelte estreme. Si leggeranno brevi passi di libri scritti da Barbara Balzerani (l’unica donna che prese parte al sequestro Moro), da Anna Laura Braghetti (che prese in affitto l’appartamento di Via Montalcini a Roma dove fu tenuto prigioniero Aldo Moro), Adriana Faranda (compagna del brigatista Valerio Morucci e come lui contraria all’uccisione dell’onorevole Moro) e si parlerà di Margherita Cagol, che nel 1970 fu, insieme a Renato Curcio e Alberto Franceschini, fondatrice delle Br. Verranno proposte riflessioni sulle motivazioni che spinsero queste donne a scegliere la strada della lotta armata e sulle parole che esse, a distanza di tanti anni da quel periodo caldo della nostra storia, hanno scritto – fatta eccezione per Margherita Cagol, morta nel 1975 – su se stesse e sui loro rapporti con il carcere, sull’isolamento forzato nelle prigioni di massima sicurezza, sul ricorrente e ossessivo pensiero delle morti di cui furono responsabili, sul bilancio delle loro vite.
L’obiettivo del lavoro non è solo quello di ripercorrere un periodo scomodo del nostro passato attraverso la meno considerata e trattata ottica femminile, ma anche quello di contribuire a leggere gli anni cosiddetti “di piombo” in modo diverso rispetto a quanto è stato fatto spesso finora, cercando di chiarire e comprendere le motivazioni di uomini, e soprattutto donne, che hanno imboccato la strada del terrorismo spinti da ragioni che necessitano oggi di essere ancora ben delineate e comprese. Solo attraverso tale comprensione, infatti, che non deve né può diventare giustificazione, è possibile giungere a una visione meno pregiudiziale e più obiettiva degli anni Settanta, senza la quale è impossibile capire a pieno anche il nostro presente. Le testimonianze delle donne ex terroriste, che nella maggior parte dei libri di storia non vengono neppure citate, devono quindi essere strumento non esclusivo ma aggiuntivo a quanto già scritto e già detto sul fenomeno del terrorismo rosso e nero e devono fornire un ulteriore ausilio per pervenire a una valutazione che sia il più possibile oggettiva e coerente degli “anni di piombo” in Italia. Esse ci permetteranno inoltre di ipotizzare le ragioni che spinsero le donne a militare preferibilmente in gruppi di estrema sinistra piuttosto che di estrema destra e ci forniranno interessanti e inedite chiavi di lettura della personalità e della psicologia femminili.

AFRICANEWS.it

Tunisia: forum discussione su elezioni 23-ott-2011
13.ottobre.2011 • Posted in politica
Un forum di discussione sulle elezioni tunisine del 23 Ottobre 2011
di
Ilaria Guidantoni
su www.ilchiasmodelleidee.blogspot.com


Il popolo tunisino è chiamato alle urne per la prima volta per un voto libero. Per molti di loro sarà la prima volta…
Aspettando le vostre parole
Lo spazio di discussione è dedicato alle prossime elezioni tunisine che si terranno domenica 23 Ottobre. E’ un momento delicato quanto essenziale per la Tunisia, come per tutto l’assetto del Mediterraneo dove l’Italia, se non riuscirà a giocare un ruolo da protagonista, rischia di diventare una delle vittime eccellenti.
Il dibattito è aperto a tutti coloro i quali vogliano esprimere un augurio, un commento, un parere critico, una denuncia; oppure chiedere o dare informazioni o prendersi uno spazio in veste letteraria per dar forma ad un pensiero sul tema dell’autunno tunisino…il cammino su un filo sottile sospeso tra la vendemmia dei frutti della primavera araba, destinati a diventare una conserva preziosa per l’inverno, prima che faccia freddo, prima che sia buio; e il rischio di un uragano che spazzi via la speranza e calpesti di nuovo la dignità vestita di una libertà ancora acerba. L’idea nasce dalla convinzione della necessità di una comunicazione onesta intellettualmente e realmente curiosa, non pettegola, su temi che occupano ancora soltanto gli addetti ai lavori o pochi innamorati ribelli.
Ilaria Guidantoni, Scrittrice e giornalista politico economico, è Consulente per le relazioni istituzionali nel settore dello sviluppo del territorio. Nata a Firenze, si è laureata a Milano in Filosofia Teoretica all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Vive e lavora a Roma. Già autrice del saggio Vite sicure (Edizioni della Sera, Aprile 2010), della raccolta di poesie e racconti Prima che sia Buio (Colosseo Grafica Editoriale, Novembre 2010) e dell’Istant book I giorni del gelsomino (P&I Image, 21 Gennaio 2011).

Dicono di noi

Liquida
Tunisia: forum discussione su elezioni 23-ott-2011
in politica da africanews.it
da 11 ore - Un forum di discussione sulle elezioni tunisine del 23 Ottobre 2011 di Ilaria Guidantoni su www.ilchiasmodelleidee.blogspot.com Il popolo tunisino è chiamato alle urne per la prima volta per un voto libero. Per molti di loro sarà la prima volta… Aspettando le vostre...

IlPOST

Gli attacchi degli islamisti in Tunisia | Il Post
3 giorni fa ... Un forum di discussione sulle elezioni tunisine del 23 Ottobre 2011 di Ilaria Guidantoni su www.ilchiasmodelleidee.blogspot.com Il popolo ...
www.ilpost.it/.../persepolis-infiamma-la-tunisia-scontri-islamisti/

Africavacanze.it
Tunisia: forum discussione su elezioni 23-ott-2011
13.ottobre.2011 • Posted in politica
Un forum di discussione sulle elezioni tunisine del 23 Ottobre 2011
di
Ilaria Guidantoni
su www.ilchiasmodelleidee.blogspot.com
Il popolo tunisino è chiamato alle urne per la prima volta per un voto libero. Per molti di loro sarà la prima volta…
Aspettando le vostre parole
Lo spazio di discussione è dedicato alle prossime elezioni tunisine che si terranno domenica 23 Ottobre. E’ un momento delicato quanto essenziale per la Tunisia, come per tutto l’assetto del Mediterraneo dove l’Italia, se non riuscirà a giocare un ruolo da protagonista, rischia di diventare una delle vittime eccellenti.
Il dibattito è aperto a tutti coloro i quali vogliano esprimere un augurio, un commento, un parere critico, una denuncia; oppure chiedere o dare informazioni o prendersi uno spazio in veste letteraria per dar forma ad un pensiero sul tema dell’autunno tunisino…il cammino su un filo sottile sospeso tra la vendemmia dei frutti della primavera araba, destinati a diventare una conserva preziosa per l’inverno, prima che faccia freddo, prima che sia buio; e il rischio di un uragano che spazzi via la speranza e calpesti di nuovo la dignità vestita di una libertà ancora acerba. L’idea nasce dalla convinzione della necessità di una comunicazione onesta intellettualmente e realmente curiosa, non pettegola, su temi che occupano ancora soltanto gli addetti ai lavori o pochi innamorati ribelli.
Ilaria Guidantoni, Scrittrice e giornalista politico economico, è Consulente per le relazioni istituzionali nel settore dello sviluppo del territorio. Nata a Firenze, si è laureata a Milano in Filosofia Teoretica all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Vive e lavora a Roma. Già autrice del saggio Vite sicure (Edizioni della Sera, Aprile 2010), della raccolta di poesie e racconti Prima che sia Buio (Colosseo Grafica Editoriale, Novembre 2010) e dell’Istant book I giorni del gelsomino (P&I Image, 21 Gennaio 2011).

martedì 11 ottobre 2011

Quando è difficile capire, più ancora rinunciare

Ricevo da un amico queste righe...

"Ho seguito con tristezza ed apprensione le notizie che giungono dall'Egitto. Dalla protesta pacifica per l'allontanamento del presidente della regione che aveva dichiarato la chiesa "abusiva", alla degenerazione nel sangue. Mi muovo senza comprensione e senza la saggezza del saper accettare.
Un altro giorno di luce e vita traspira dalle veneziane socchiuse dell'ufficio. Energie di terra e metallo si fondono insieme, anche nei contrasti."

che vuole restare anonimo. Scrive infatti:
"Credo che le parole, una volta espresse, debbano essere libere di dissolversi. Racchiudono un sentire ed un'intimità, legate al momento specifico, come una foto. Leggerò questo forum con attenzione ma senza il desiderio di farne parte attiva."

lunedì 10 ottobre 2011

Tunisi, scontri tra islamisti e polizia

La scusa di Persepolis

Si scalda il clima in vista delle elezioni

Dalla stampa la notizia rimbalza nella rete ed è allarme. A Tunisi circa 300 islamisti radicali hanno tentato di bruciare ieri sera la sede della televisione privata, Nessma TV dopo la trasmissione, avvenuta venerdì sera, del film franco-iraniano "Persepolis" di Marjane Satrapi, seguito da un dibattito sull'integralismo. Il capo della Nessma TV, Nabil Karoui, ha sostenuto anche di aver ricevuto minacce di morte. Il giorno prima, un altro gruppo di estremisti aveva preso d'assalto l'Università di Sousse in segno di protesta contro il rifiuto di una studentessa d’indossare il niqab. Come a Sousse, le forze di sicurezza sono intervenute a Tunisi per riportare la calma facendo uso di gas lacrimogeni. Circa un centinaio di manifestanti sono stati arrestati.
A pochi giorni prima delle elezioni del 23 Ottobre, questi disordini e provocazioni mettono a rischio il processo di democratizzazione avviato subito dopo lo scoppio della “rivoluzione dei gelsomini”. Molti tunisini impegnati attivamente nella formazione del nuovo Stato dopo Ben Ali, sostengono che la tensione sta crescendo tra i gruppi religiosi e laici.

Primavera araba e partiti islamici, un convegno a Trento

Quale ruolo avranno i partiti di ispirazione religiosa nei nuovi assetti politici che stanno uscendo dalla primavera araba, e in che modo potranno contribuire alla costruzione della democrazia?
Questa la domanda al centro di un convegno, riportato da una notizia Agi, che si terrà il 20 e il 21 Ottobre a Trento, organizzato dalla Farnesina, dall'Istituto per gli Studi di politica internazionale (Ispi) e dalla Provincia.
"The euro-mediterranean region: religions and new perspectives for dialogue" è il titolo scelto per l'evento, che rappresenta il terzo appuntamento del programma di riflessioni su "religioni e relazioni internazionali" avviato dalla Farnesina nel 2009.
L'iniziativa, che riunirà nel capoluogo trentino alcuni tra i maggiori esperti di religioni e relazioni internazionali dell'area mediterranea, punta ad aprire un dialogo tra intellettuali europei e arabi in vista di una possibile cooperazione con i nuovi attori politici dell'area nordafricana e mediorientale. In questi paesi, spiegano gli organizzatori, la 'primavera' ha aperto le porte della scena politica a movimenti di ispirazione religiosa finora banditi, che potrebbero raccogliere un buon consenso politico-elettorale.
L'obiettivo, pertanto, è creare un ponte tra le due rive del Mediterraneo, per mettere l'esperienza storica di paesi come Italia, Germania e Spagna - dove nel dopoguerra si sono affermati partiti di ispirazione cristiana - al servizio dei paesi arabo-islamici.
Nel corso dell'evento, che si svolge in contemporanea al religion today festival, la kermesse internazionale del cinema delle religioni, saranno anche proiettati alcuni dei corti in concorso: "under cover" di sara dayekh, "Sos muezzin" di Mamdouh Ben Abdelghaffar e "Faith in London" di Tariq Chowdhury.

I gelsomini tornino a fiorire! E non a tingersi di sangue


Egitto, Appello affinché non trasformiamo la speranza della primavera araba nella delusione di tanti guerre civili ed interreligiose

Siamo molto preoccupati di quello che succede in Tunisia ed Egitto, proprio dov'è iniziata l'amata e coraggiosa primavera araba che ha dato tanta speranza al popolo, donne e gioventù araba e dove si sta riprendendo la vita democratica ed amministrativa. E’ la primavera che ha fatto da detonatore per la primavera libica, yemenita e per la primavera della donna araba, chiedendo democrazia, libertà e dialogo interreligioso.
Rivolgiamo il nostro appello al popolo egiziano e tunisino, per portare a termine la svolta e non far rimanere la grande rivolta, una vittoria a metà e incompiuta.
Facciamo il nostro appello affinché cessino gli scontri interreligiosi e per intensificare il dialogo tra le diverse religioni, per l'interesse comune e per non scoraggiare altre primavere importanti. E’ un peccato se i frutti che stanno maturando in Yemen venissero staccati dagli alberi ancora acerbi. Lì un premio nobel è stato assegnato e può segnare l’inizio di un nuovo cammino. Così come in Libia dove il popolo sta riorganizzando il paese per una svolta storica, nonostante stia pagando un prezzo caro ed alto numero di vittime e forse proprio in Libia non c'è il rischio di una guerra interreligiosa, visto i libici appartengono tutti ad una religione quella islamica e non ci sono altre religioni che qualcuno può strumentalizzare per provocare una guerra civile come sta succedendo in Iraq ed Egitto e com'è già successo in Libano.

Foad Aodi
Presidente Co-mai e Amsi

sabato 8 ottobre 2011

ASPETTANDO L'AUTUNNO TUNISINO


ELEZIONI TUNISINE, UNA PORTA SULLA DEMOCRAZIA?

SI APRE IL FORUM DI DISCUSSIONE PERMANENTE IN VISTA DELLE ELEZIONI DEL 23 OTTOBRE PER L'ASSEMBLEA COSTITUENTE


Da oggi si apre questo spazio di discussione aperta sul tema delle elezioni per l'Assemblea costituente che vuole incontrare chiunque sia disponibile a dare informazioni o necessiti di informazioni, chi desidera esprimere un commento o un parere critico, una denuncia, ma anche chi dia una voce letteraria ai giorni che precedono uno spartiacque verso quella che si auspica diventi la strada per la democrazia.

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma
Ilaria Guidantoni insieme all'attore teatrale Giuseppe Bisogno, che ha curato le letture, e al musicista Edoardo Inglese, autore di una selezione di brani musicali

"Tunisi, taxi di sola andata" a Milano, 19 aprile 2012

"Tunisi, taxi di sola andata" a Milano, 19 aprile 2012
Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata a Milano", libreria Milano Libri. Insieme all'autrice, Ilaria Guidantoni, il presidente del Touring Club Italiano, Franco Iseppi, e Laura Silvia Battaglia, inviata esteri di Avvenire. Letture a cura dell'attore Michele Mariniello

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", libreria N'Importe Quoi di Roma, 13 aprile 2012

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", libreria N'Importe Quoi di Roma, 13 aprile 2012
Ilaria Guidantoni ospite di RADIOLIVRES, con Vittorio Macioce, caporedattore de' Il Giornale, ed Edoardo Inglese,"musicante", in una serata di parole e musica

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso il Rotary Club di Marina di Massa, 29 marzo

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso il Rotary Club di Marina di Massa, 29 marzo
L'autrice tra Lorenzo Veroli, il Segretario del Club e Chiara Ercolino

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso la libreria Griot di Roma, 28 marzo 2012

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso la libreria Griot di Roma, 28 marzo 2012

Presentazione "Tunisi, taxi di sola andata", Roma, Sala stampa Camera dei Deputati, 28 marzo 2012

Presentazione "Tunisi, taxi di sola andata", Roma, Sala stampa Camera dei Deputati, 28 marzo 2012
Insieme all'autrice, Ilaria Guidantoni, l'on. Elisabetta Zamparutti (Radicali Italiani) e il giornalista tunisino Salah Methnani, inviato di Rainews24

Giovedi 1° marzo 2012, alla Centrale Montemartini di Roma, dalle ore 18.30 presentazione di "365D"

Giovedi 1° marzo 2012, alla Centrale Montemartini di Roma, dalle ore 18.30 presentazione di "365D"
Marzia Messina, ideatrice del progetto e realizzatrice per "Prima che sia buio" della foto dell'autrice

Il fotografo di 365D Sham Hinchey

Il 29 agosto di 365D

Con Raffaella Fiorito, mia vicina di calendario

Presentazione di "Prima che sia Buio", Galleria d'arte Barbara Paci, Pietrasanta, 16 Luglio 2011

Presentazione di "Prima che sia Buio", Galleria d'arte Barbara Paci, Pietrasanta, 16 Luglio 2011

Metti una sera d'estate, prima che sia buio...

"Prima che sia buio" incontra l'arte alla Galleria Barbara Paci di Pietrasanta

Ilaria Guidantoni e Barbara Paci

La scrittrice con i genitori

La scrittrice tra Daniela Argentero e Barbara Paci

La scrittrice tra gli amici

Leggendo "I giorni del gelsomino" con il pittore Agostino Rocco

Leggendo "Colibrì"

L'autrice con Agostino Rocco

A Jorio, dedicato a Pistoia, alla Toscana e a una città d'arte

Tra Firenze e Pistoia

Con il pittore Agostino Rocco tra parole e immagini